Dal 24 al 26 novembre 2022 si è tenuta a Bergamo la XIV Riunione Scientifica della SISTUR dal titolo Turismo: verso una ripresa responsabile – Strategie, rischi, opportunità.

La riunione è stata organizzata dalla Società Italiana di Scienze del Turismo assieme all’Unità di Ricerca Positive Organizational Behavior and Human Capital del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale (CORIS) di Sapienza, Università di Roma e il Dipartimento di Metodi e Modelli per l’Economia, il Territorio e la Finanza (MEMOTEF) di Sapienza, Università di Roma.

Le aree tematiche sono state:

  • Il comportamento della domanda.
  • Le dimensioni etiche, valoriali e comportamentali.
  • I processi di co-creazione di valore e il ruolo abilitante delle tecnologie digitali nella creazione di esperienze.
  • Tourism experience design.

Relazioni:

Relatore Guido Migliaccio, Alessia Adamo
La struttura finanziaria delle imprese italiane di ristorazione prima e durante la pandemia
La pandemia ha effetti devastanti per molti settori produttivi, e dunque anche per le imprese di ristorazione. Il settore ha un rilievo economico significativo in Italia, rinomata anche per la sua cucina e per la dieta mediterranea, in particolare. Purtroppo il Covid 19 ha colpito la ristorazione in modo drammatico e inatteso: nel 2020 ha perso circa il 40% del fatturato rispetto al 2019. Hanno chiuso 22.692 ristoranti contro i 9.207 avviati: è il dato più basso dell’ultimo decennio (Osservatorio Ristorazione, 2021). A questi pessimi esiti ha sicuramente inciso la riduzione della propensione alla spesa degli italiani che sono stati i più colpiti in Europa (Tavola 1). Il 2020 è stato l’anno nel quale sono decollati i consumi a domicilio (delivery e take away) spesso avvalendosi dei rider: è stato l’unico modo lecito per fronteggiare le chiusure forzate. Sono così proliferate le cucine chiuse al pubblico (dark, grey, ghost e cloud kitchen). Ciò ha anche modificato il rapporto dei ristoratori con la tecnologia per le prenotazioni, le consegne e i pagamenti, e perfino i menu. Si presume che questi approcci innovativi affiancheranno la ristorazione tradizionale, anche quando la crisi pandemica sarà definitivamente superata.
Questa ricerca analizza la struttura finanziaria delle imprese italiane della ristorazione prima e durante la pandemia. Ciò anche per delineare possibili strategie di rilancio, post Covid-19. Metodologia: Sono stati analizzati i bilanci di 12.094 ristoranti con codice Ateco 56.10.11, con un fatturato superiore a € 800.000, per il decennio 2011-2020, illustrando i trend medi di rapporto di indebitamento e indice corrente per l’Italia e per ogni sua macroarea (Nord, Centro e Sud). I dati sono stati assoggettati ad elaborazioni statistiche. Per il confronto tra macroregioni si sono utilizzati i metodi Anova e Tukey-Kramer. Risultati: Il rapporto corrente ha subito una notevole impennata nel 2020. Non si registrano, nel decennio, significative differenze tra le macroregioni italiane.
Il rapporto di indebitamento, invece, ha un andamento molto variabile, nel tempo. Nell’anno della pandemia si riduce, ma non in modo significativo. Vi sono rilevanti differenze tra le diverse aree geografiche imputabili, però, soprattutto alle differenze tra Centro e Sud Italia. Implicazioni Questo studio implementa la modesta letteratura economica sulle queste imprese. La ricerca quantitativa evidenzia i guadagni che giustificano la presenza di numerose aziende. Le politiche pubbliche dovrebbero essere attente al settore che implementa il Pil nazionale. La situazione italiana può essere utile riferimento per tutti i Paesi che vogliono sviluppare il settore della ristorazione.
Relatore Guido Migliaccio, Noemi Romeo
Alberghi e “stress test” Covid
L’Italia è Paese turistico per la ricchezza di attrazioni di vario genere. Negli ultimi anni il turismo ha contribuito in modo significativo al prodotto interno lordo (Tabella 1). La pandemia iniziata nel 2020 ha, però, drasticamente ridotto gli arrivi dei turisti registrando una notevole crisi del settore (Tabella 2). L’offerta turistica italiana resta, comunque, attrattiva e i dati del 2021 e del 2022 lasciano auspicare una significativa ripresa, nonostante l’obsolescenza delle strutture ricettive. Questo studio è dedicato agli alberghi, proponendo una analisi della loro redditività e della struttura finanziaria, analizzando il trend di quattro indici di bilancio, soprattutto per valutare l’impatto più recente del Covid-19. Le ipotesi da verificare possono così definirsi: H1: la crisi pandemica ha ridotto la redditività aziendale; H2: il Covid ha peggiorato la struttura finanziaria degli alberghi; H3: gli effetti della crisi non sono stati omogenei nel territorio nazionale. Metodologia: Sono stati analizzati i bilanci di 5.366 alberghi, con un fatturato superiore a € 800.000, per il decennio 2011-2020, illustrando i trend medi di Roe, Roa, rapporto di indebitamento e indice corrente per l’Italia e per ogni sua macroarea (Nord, Centro e Sud). I dati sono stati assoggettati ad elaborazioni statistiche. Per il confronto tra macroregioni si sono utilizzati i metodi Anova e Tukey-Kramer. Risultati: Il Roe ha subito un notevole crollo che lo ha portato a valori simili a quelli degli anni del riverbero della crisi finanziaria del 2008. Non si registrano significative differenze tra le macroaree. Il Roa ha un andamento simile, con valori peggiori. Andamento analogo nelle tre macroaree. Il rapporto corrente cresce costantemente ovunque avvicinandosi a valori normali. Il rapporto di indebitamento, invece, si abbassa e migliora, pur permanendo alto rispetto ai valori standard normali. Vi sono rilevanti differenze tra le diverse aree geografiche imputabili, però, soprattutto alle differenze tra Centro e Sud Italia. Conclusioni e implicazioni: H1: la crisi pandemica ha ridotto la redditività aziendale: confermata; H2: il Covid ha peggiorato la struttura finanziaria degli alberghi: NON confermata; H3: gli effetti della crisi non sono stati omogenei nel territorio nazionale: parzialmente confermata. Questo studio implementa la modesta letteratura economica sulle queste imprese. Le politiche pubbliche dovrebbero essere attente al settore che implementa il Pil nazionale. La situazione italiana può essere utile riferimento per tutti i Paesi che vogliono sviluppare il settore della ricettività alberghiera.
Relatore Roberta Garibaldi, Andrea Pozzi
Bisogni, funzioni ed applicazioni delle nuove tecnologie nel turismo enogastronomico.
Oggi la tecnologia ha un ruolo sempre più pervasivo nella sfera del viaggio. È passata dall’avere un semplice ruolo di supporto all’erogazione di servizi – quali, ad esempio, la prenotazione e la vendita di pacchetti turistici – ad essere un facilitatore di esperienze ed uno strumento per creare engagement e fidelizzazione (Buhalis & Law, 2008; Neuhofer et al., 2014; Zhang et al., 2018). Il turismo enogastronomico, al pari di altri segmenti, vede una sempre maggiore applicazione ed utilizzo delle nuove tecnologie in tutte le fasi del viaggio (Flavián et al., 2019; Garibaldi, in-press; Garibaldi & Sfodera, 2019). In particolar modo l’ultimo biennio, caratterizzato da numerose restrizioni al viaggio, ha accelerato questo processo di digitalizzazione, portando nuove proposte e modalità ad acquisire una maggiore rilevanza sul mercato turistico legato all’enogastronomia (Garibaldi, 2021; Garibaldi & Pozzi, 2020;). Il presente contributo si basa su un’analisi della letteratura esistente e di casi studio nazionali ed internazionali e restituisce un possibile framework di riferimento che connette i bisogni del turista, le funzioni e le tipologie di applicazioni utilizzabili nelle differenti fasi del viaggio. Dall’analisi emerge chiaramente che la tecnologia sta portando il turismo enogastronomico a non essere più ancorato ad un preciso momento o luogo, ma a divenire un’esperienza neverending. Prima della partenza, la tecnologia stimola e facilita l’acquisto creando una più stretta relazione con il potenziale turista. Durante, arricchisce l’esperienza vissuta di nuovi contenuti e consente una maggiore interattività e personalizzazione, agevolando il processo di co-creazione. Al rientro, rafforza il ricordo e la memoria di quanto fatto permettendone la condivisione, trasformando il turista in ambassador dell’esperienza.
Relatore Vincenzo De Sensi
Startup innovative e turismo
Tra le più importanti novità normative degli ultimi anni è da registrare la disciplina delle Startup innovative di cui al d.l. n. 179/2012 convertito in legge n. 221/2012. La logica che è sottesa a questa disciplina appare di grande modernità essendo in linea con i valori della innovatività e dello sviluppo sostenibile. I processi di innovazione determinano un considerevole aumento dei profili di rischio delle imprese che, in questa prospettiva, devono procedere a importanti investimenti. La previsione di spinte innovative di tipo capillare attraverso le startup consente invece di diluire la concentrazione del rischio rendendo il nostro sistema economico più sicuro e competitivo. Da un punto di vista giuridico si tratta di società di capitali, che possono costituirsi anche in forma di cooperativa, avente ad oggetto sociale esclusivo o prevalente lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti e servizi innovativi ad alto valore tecnologico. La disciplina prevede particolari agevolazioni in sede di costituzione non essendo previsto un capitale legale a condizione che la società non nasca da operazioni di fusione o scissione da altre società di capitali. Anche da un punto di vista fiscale le agevolazioni sono particolarmente significative, in quanto gli investimenti nelle startup che provengono da persone fisiche hanno una detrazione di imposta IRPEF del 19%, mentre per le persone giuridiche vi è una deduzione dall’imponibile del 20%. Queste agevolazioni mirano a rendere appetibile l’investimento nelle startup favorendo così la loro capitalizzazione che, all’avvio dell’attività, è ovviamente bassa. Così come il divieto di distribuire utili è funzionale alla capitalizzazione ed è volto a rendere idonea la startup a divenire PMI. A ciò va aggiunta la possibilità di accedere a finanziamenti in modo agevolato attraverso raccolta di capitali con il crowdfunding e di creare rapporti di lavoro in modo flessibile ed adeguato alle caratteristiche del business. Sotto questo profilo le startup possono da un lato remunerare i propri collaboratori con stock option e i fornitori di servizi esterni attraverso il c.d. work for equity: assegnando così, in luogo del denaro, quote di capitale. E per i soggetti percipienti si prevede l’irrilevanza fiscale e contributiva di tali assegnazioni. Si tratta dunque di un istituto societario che presenta grandi potenzialità anche nel settore turistico se si considera che il PNRR turismo prevede importanti finanziamenti per lo sviluppo tecnologico in particolare attraverso la creazione del Digital Tourism Hub. Come noto si tratta di una sorte di ponte tra il turista e l’offerta del territorio, potendo mettere insieme gli Enti territoriali e privati proprio attraverso l’uso delle startup. Altro importante campo di utilizzo potrebbe essere il c.d. neverending tourism, ovvero la fidelizzazione del turista ai prodotti del territorio anche dopo che questi è ritornato nella propria Città o nel proprio Paese. In questo modo sarebbe possibile acquistare prodotti del territorio anche dopo il periodo turistico utilizzando ad esempio apposite App che potrebbero essere ideate e gestite da startup innovative. Così come pure l’applicazione della tecnologia nell’uso programmato dei servizi turistici e ricettivi, monitorando meglio i vari flussi e gestendo in modo più efficiente gli accessi in zone ad alta concentrazione turistica. Le startup innovative sono quindi in grado di fornire supporto tecnologico a nuove idee e nuovi progetti per lo sviluppo sostenibile e creativo del turismo nelle Regioni italiane.
Relatore Barbara Mazza, Silvio Jr. Plumari, Niccolò Piccioni
Oltre lo spazio fisico: il ruolo del Metaverso nel creare l’esperienza museale
Secondo uno studio recente (He, 2022), il mercato degli eventi virtuali, stimato a 94 miliardi di dollari nel 2020, dovrebbe aumentare del 24% entro il 2028; nel volume, il mercato degli eventi museali raccoglie una quota pari al 30% della stima. In questa ottica, la scelta di musei e fondazioni di investire in portafogli di contenuti digitali e virtuali in ogni parte del mondo e secondo la loro conformazione giuridica, consente loro di estendere l’esperienza anche oltre il confine fisico. In tale scenario, si inserisce il concetto di Metaverso (termine coniato per la prima volta nel romanzo Snow Crash scritto da Neal Stephenson nel 1992 – e pubblicato in Italia nel 1995), che vede nell’industria museale già alcuni esempi quali il Peaceful Hill commissionato dal National Museum of Korea, o il Musée Dezentral, che combina un’innovativa tecnologia 3D a studi di UX, offrendo a tutti un'esperienza museale digitale intrisa di contenuti educativi. Alla luce della sempre crescente attenzione della comunità manageriale e scientifica attorno al Metaverso, e vista la rilevanza del mercato museale in Italia (8° al mondo per numero di musei secondo Statista 2021), la presente analisi si concentra sul comprendere in che modo i direttori di musei italiani si stanno approcciando al Metaverso, e in che modo questo è percepito come leva di cambiamento dell’esperienza museale. Metodologia. La ricerca ha l’obiettivo di analizzare le esperienze offerte ai visitatori dalle istituzioni museali, e come esse cambiano alla luce dell’introduzione di tecnologie innovative digitali e immersive, che possano essere ricollegate al concetto di Metaverso. Per rispondere all’obiettivo conoscitivo, la ricerca adotta un approccio qualitativo di natura esplorativa. Nello specifico, facendo ricorso allo studio di caso multiplo, i ricercatori hanno selezionato dieci musei italiani che hanno rilasciato il benestare ad essere intervistati. I musei sono stati scelti in quanto parte dei network AMACI (Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani), ANMS (Associazione Nazionale Musei Scientifici) e ANMLI (Associazione Nazionale dei Musei Locali e Istituzionali).
Gli intervistati ricoprono ruoli direzionali e/o di coordinamento all’interno dei musei, e sono stati sottoposti ad una intervista in profondità a traccia semi strutturata. Discussioni e conclusione. Nonostante il grande fervore attorno al tema del Metaverso (ad esempio, Dwivedi et al., 2022; Park & Kim, 2022; Gursoy et al., 2022), gli intervistati riconoscono questo fenomeno come ancora in essere – nonostante stiano cominciando a mettere in atto i primi processi utili a semplificare l’introduzione del Nuovo Mondo entro i confini del museo. In particolare, essi sottolineano come, in una prima fase, avverrà l’integrazione di tecnologie quali realtà aumentata e virtuale, al fine di arricchire le esperienze dei target più giovani. La tecnologia è riconosciuta come il veicolo per realizzare esperienze ancora più immersive, che permettano ai visitatori di vivere di spazi non esperibili in forma fisica. Il Metaverso è visto, da tutti i rispondenti, come una forma di accesso non invalidante: non importa in quale parte del mondo si trovi il visitatore, egli sarà in grado di vivere il museo pur stando in Australia o Nuova Zelanda, e avrà pari esperienza rispetto a chi avrà il piacere di raggiungere il luogo fisico. Tuttavia, l’analisi evidenzia tre punti di criticità che, se non risolti, potrebbero limitare ancora per molto l’implementazione della tecnologia all’interno dei musei: (a) i costi di produzione di una esperienza metaversale, i quali al momento sono percepiti come elevati; (b) le competenze del personale, che appaiono insufficienti alla luce dell’innovazione tecnologica; (c) l’assenza di una regolamentazione che stabilisca i confini legali ed etici dell’implementazione del Metaverso all’interno di spazi riconosciuti come pubblici.
Relatore Stefano Morisini
l Parco Nazionale dello Stelvio tra tutela e valorizzazione del patrimonio storico della prima guerra mondiale. Un’esperienza di promozione storico-ambientale e di valorizzazione territoriale mediante le ICT
Si presentano qui due progetti sviluppati dal Parco Nazionale dello Stelvio che mostrano come l’uso innovativo delle ICT e un originale progetto di tutela e valorizzazione possono raccontare un unico luogo con modalità innovativi e rivolgendosi a diversi tipi di pubblico e target: Dal 2018 al 2021 il Parco ha realizzato 16 percorsi tematici innovativi a impatto ambientale zero sviluppando un'App e un sistema GPS. Questi itinerari offrono ai visitatori un’esperienza partecipativa e interattiva che li riporta indietro nel tempo attraverso frammenti di storia e natura e descrivano gli eventi che hanno avuto luogo dal 1915 al 1918 sulle montagne del Parco Nazionale dello Stelvio Nel 2017 il Parco ha avviato un progetto per recuperare e valorizzare un ricovero austro-ungarico in caverna situato in cima al Monte Scorluzzo e risalente alla prima guerra mondiale. Da più di 100 anni il sito, che ospitava circa 20 soldati, è rimasto intatto perché completamente pieno di ghiaccio: gli oltre 300 reperti rinvenuti, e le la struttura lignea originale, completamente recuperati, forniscono il resoconto di un’esperienza di guerra combattuta in condizioni ambientali estreme. Insieme agli aspetti archeologici del recupero, il progetto ha previsto una serie di attività di ricerca multidisciplinare e interdisciplinare che ha coinvolto coinvolge studiose e studiosi appartenenti a varie istituzioni e discipline. Tra l’anno 1921 e il 1922 questo progetto ha avuto un’altissima visibilità sui media a livello nazionale (Corriere della Sera, Repubblica, RAI3, RAI STORIA) e internazionale (The Guardian, The New York Times, CNN, National Geographic, The Washington Post, Curiosity Channel, Euronews).
Relatore Roberto Micera, Piera Buonincontri
La co-creazione di valore nelle sharing online platform: una panoramica nel settore del turismo
A partire dagli anni 2000, il rapido sviluppo delle nuove tecnologie, sempre più interattive e coinvolgenti, ha modificato il tradizionale rapporto tra domanda e offerta e la creazione di valore che ne deriva. Tradizionalmente, i consumatori erano considerati beneficiari passivi delle offerte delle aziende. Anche nel settore del turismo, il boom del turismo di massa e dei viaggi organizzati è stato caratterizzato da una intensa crescita di visite totalmente controllate dall’offerta, focalizzate su attrattori e risorse standardizzate, e poco attente alla cultura, alla storia e alle comunità (Vainikka, 2013). È invece oramai riconosciuto come la domanda e l’offerta turistica siano oramai diventate più interattive. Ciò, soprattutto nell’ambito del turismo, è legato a due importanti aspetti (Camilleri & Nehuofer, 2015): un’evoluzione nel comportamento dei turisti e un rapido sviluppo delle tecnologie digitali. Da un lato, infatti, anche grazie proprio alle nuove tecnologie, i turisti sono diventati soggetti indipendenti, attivi nel rapporto con le imprese e le destinazioni, più flessibili e in grado di compiere scelte più individualistiche per seguire i propri bisogni (Swarbrooke and Horner, 2007; Kontogeorgopoulos, 2004; Torres, 2002). Dall’altro lato, l’avvento delle nuove tecnologie ha consentito di trasformare il turismo da acquisto di pacchetti pre-organizzati, a fruizione di servizi, al vivere esperienze. Ciò ha comportato un maggiore interesse per la storia e la cultura dei luoghi, la volontà di interagire direttamente con gli abitanti dei luoghi per scoprirne gli aspetti identitari, ed una maggiore partecipazione nella co-creazione di esperienze e valore con i fornitori delle offerte turistiche (Buonincontri et al., 2017). In un simile contesto di cambiamento e evoluzione, un ruolo importante nell’utilizzo delle nuove tecnologie e nel migliorare l’interazione tra domanda e offerta è quello giocato dalle sharing online platform. Le sharing online platform sono definite quali piattaforme interattive all’interno delle quali vengono scambiati beni e servizi e che offrono opportunità di creazione di valore e di interazione che altrimenti non potrebbero essere ottenuti (Barbu et al., 2018). Esse, infatti, permettono di condividere beni e servizi tra persone fornendo nuove modalità di generare valore, senza necessariamente prevedere la presenza di fornitori professionisti (Heo, 2016). Nel turismo, le sharing online platform hanno facilitato il diffondersi di modalità di viaggio più esperienziali e autentiche, facilitando gli scambi economici con i residenti e migliorando le interazioni sociali e le relazioni con la comunità locale. Attraverso le sharing online platform, infatti, turisti e residenti possono condividere, a pagamento o gratuitamente, appartamenti, camere, piatti tipici, conoscenza, ecc. Gli studi sul ruolo delle sharing online platform nella co-creazione di valore ed esperienze nel turismo si sono concentrati quasi esclusivamente su analisi di tipo empirico effettuate nel contesto di AirBnb, la principale piattaforma di condivisione di alloggi turistici. Nonostante ciò, ancora manca in letteratura uno studio che individui gli elementi critici relativi alla cocreazione di valore e di esperienze nell’ambito delle piattaforme di condivisione attive nel turismo. Al fine di apportare conoscenza scientifica in merito a questo punto, il contributo mira a condurre un’analisi sistematica della letteratura sul tema della co-creazione di valore nelle piattaforme di condivisione nel turismo. L’analisi degli studi condotti sul tema negli ultimi 10 anni mira ad ottenere informazioni sugli aspetti principali della co-creazione di valore che le sharing online platform sono in grado di enfatizzare, sui principali trend e sulle principali metodologie di studio utilizzate. In questo modo, il lavoro intende evidenziare qual è l’attuale stato della conoscenza sul tema e, al tempo stesso, fornire un’agenda di ricerca per il futuro.
Relatore Francesca Sirignani
Le nuove tendenze del turismo grazie alla “YOLO Economy”
La pandemia di Covid-19, agli inizi del 2020, ha messo in discussione la fiducia nel lavoro d’ufficio più tradizionale. In ogni parte del mondo, le persone si sono trovate ad affrontare gravi difficoltà a causa delle conseguenze del virus: malattia, perdita del lavoro, isolamento, ansia per il futuro. La pandemia è stata per tutti il momento per fermarsi e riflettere. L’ansia, la solitudine e le preoccupazioni hanno portato a rivedere le proprie priorità e a desiderare di fare qualcos’altro. Le persone che, quindi, hanno abbracciato, la filosofia della “Yolo Economy”, hanno rivalutato le scelte fatte in base alle necessità lavorative sia attraverso la ricerca di lavori più adatti alle nuove esigenze, sia investendo risorse finanziarie in nuove attività manifestando il desiderio di ripensare alla propria vita professionale. La cosiddetta “You Only Live Once (YOLO) Economy” è, infatti, una definizione nata in ambito anglosassone per descrivere la tendenza, soprattutto da parte di giovani Millennials, di operare cambiamenti drastici alla propria vita professionale, lasciando il lavoro e cercando soluzioni che offrano maggiore flessibilità. Il fenomeno coinvolge principalmente i “knowledge workers”, che hanno conoscenze digitali e si lanciano verso lavori di consulenza o decidono di operare maggiormente con le nuove tecnologie. Ci sono, anche, lavoratori che semplicemente scelgono di mettersi in proprio per aprire un’attività. Si è parlato, infatti, di “Great Resignation”, la cui traduzione letterale è “dimissioni di massa”: la grande fuga dal posto di lavoro, scoppiata negli Stati Uniti nella primavera 2020, è cresciuta nei mesi successivi con circa 8 milioni di persone che hanno lasciato il proprio posto di lavoro, non solo nel settore turistico e della ristorazione ma anche in società di consulenza, nel commercio (dettaglio e ingrosso) e in molti altri ambiti. Un’analisi delle cause dietro le dimissioni di massa è molto rilevante al fine di comprendere meglio tutte le conseguenze che ne sono derivate. Nel 2021, l’anno della “YOLO Economy”, sono state fondate più startup innovative, non coinvolgendo solo chi ha lasciato il proprio lavoro precedente ma anche chi si è recentemente laureato e ha optato per questa opzione professionale. La “Yolo Economy” è una filosofia che sta dilagando in tutto il mondo e naturalmente ha trovato dei seguaci anche nel nostro Paese. Molti italiani hanno deciso, dopo la pandemia, di correre il rischio di cambiare il proprio lavoro nonostante il momento di incertezza economica come quello che stiamo vivendo. Tra i settori più gettonati, per tentare la svolta e riuscire a mantenersi in modi alternativi al classico posto fisso, ci sono mestieri come la grafica, il web marketing, il social media marketing, l’e-commerce ma anche professioni che non hanno nulla a che fare con le tecnologie digitali. É interessante l’esempio di molti giovani italiani, che dopo avere lasciato il sud da anni per lavorare nel nord Italia, sono ritornati nelle loro regioni di origine, grazie alle nuove possibilità di smart working oppure, preferendo l’iniziativa imprenditoriale personale, hanno recuperato mestieri di famiglia che non avrebbero mai preso in considerazione prima della pandemia ma che ora allettano molti di loro. Il numero di giovani imprese a contatto con la natura sta crescendo in modo interessante e sono molti quelli che, tornati al sud in località di mare e di interesse artistico, intraprendono attività nel fiorente settore del turismo, duramente provato dalla pandemia ma che ora sta in grande ripresa. Insieme al lavoro si ha un cambio anche della residenza. Sempre più giovani, infatti, lasciano la città per luoghi più naturali e rilassanti, dove poter trascorrere più tempo all’ aria aperta. Le città, con centinaia di persone che ogni giorno si spostano per lavoro e per piacere, hanno perso appeal agli occhi dei tanti giovani Millennials che le avevano scelte per le possibilità di carriera e di vita sociale. Le zone rurali stanno tornando a ripopolarsi, per sfuggire all’ inquinamento cittadino, allo stress di una vita frenetica e per avere un maggior contatto con la natura.
Relatore Emilio Becheri
La domanda turistica nel post-pandemia fra realtà e finzione: il caso di Vieste
La Continuità e discontinuità del turismo post-pandemico. È sempre lo stesso jeu touristique oppure è cambiato? Il Turismo è sempre più uno strano poliedro irregolare? In questo lavoro ci proponiamo si valutare il Turismo ufficialmente rilevato è i turismo vero di fronte ai social e alla realtà aumentata (e alla realtà diminuita). Tutto sembra cambiato o tutto è rimasto uguale? Il fenomeno si presta a diverse letture a seconda della finalità della sua modalità di rilevazione. La Geografia del turismo assume caratterizzazioni diverse Il tentativo è sia quello di aiutare le istituzioni a stimare il sommerso e il non rilevato per capire il fenomeno nella sua globalità sia quello di enucleare i grandi mutamenti qualitativi determinati dal passaggio della pandemia. In tale contesto Vieste è una grande destinazione balneare da valutare in modo più articolato e vero”. La lettura del movimento turistico che non appare. Vieste, prima dell’avvento del periodo pandemico, secondo le statistiche ufficiali Istat, era il ventiseiesimo comune italiano per il numero di pernottamenti dei clienti: infatti, nel 2019 le notti dei turisti erano state 1.915.749 unità a fronte della prima posizione occupata da Roma con 30,980 milioni clienti accolti e della seconda posizione di Venezia, con 12,949 pernottamenti; seguono il comune di Milano, con 12,474 milioni, Firenze on 10.955. milioni prima di Rimini con 7.,548 milioni; quest’ultima, in quinta posizione, è la capitale balneare del Paese. Scomponendo i dati fra la componente domestica e quella internazionale, il ruolo di Vieste risulta ancora più esaltato per il turismo dei nazionali mentre risulta ridimensionato per quello del movimento internazionale. Nel primo caso Vieste si colloca in quindicesima posizione, con 1.577.864 pernottamenti fra gli 1,632 milioni di pernottamenti di Napoli e gli 1,533 milioni rilevati a Cattolica; in prima posizione si colloca Roma con 9,324 milioni e in seconda Rimini con 5,231 milioni. Per la componente internazionale, anche a causa della cronica scarsa predilezione delle regioni del Sud che non siano la Campania o la Sicilia, il posizionamento di Vieste scende alla 108ma posizione con 337.885 pernottamenti fra i 337.941 di Tortoli e i 336.140 di Lucca. In prima posizione si colloca Roma con 21,656 milioni di pernottamenti e in seconda Venezia con 11,030 milioni di pernottamenti. Partendo da tale premessa si stima la valenza del turismo del Comune di Vieste in termini di differenziali. L’intendo è costruire un modello valido in generale anche pe altri comuni. Scaletta del lavoro. L'analisi dei dati ufficiali Istat sul comune di Vieste. L'andamento del turismo in Puglia e in provincia di Foggia: 2018,2019 e 2020. Alcuni indicatori di supporto. Punti di forza e punti di debolezza. La composizione dell'offerta locale. I parametri essenziali: differenziale, la permanenza media, la stagionalità, l’apporto economico. Le stime del movimento esercizio per esercizio. Le possibili stime del Movimento reale aggiuntivo struttura per struttura. La generalizzazione del modello teorico ad altri comuni. Uno strumento di controllo per gli enti locali. Il movimento aggiuntivo stimato. L’apporto economico aggiuntivo. Alcune considerazioni.
Relatore Carla Carassi
Le modificazioni della domanda rivolta al bene “vacanza” (nell’alveo dell’economia circolare)
L’Italia è al primo posto in UE nella classifica dedicata all “economia circolare” e per il terzo anno consecutivo1. Purtuttavia investe meno e deposita meno brevetti. È quanto emerge dal Rapporto nazionale sull’economia circolare in Italia 2021, giunto alla sua terza edizione, realizzato dal Circular Economy Network (Cen), la rete promossa dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile insieme a un gruppo di aziende e associazioni di impresa, in collaborazione con l’Enea (l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile). All’oggi più che mai il tema del recupero e della circolarità è imprescindibile, specie attraverso questo prisma a cui lo stesso European Green Deal 2 attribuisce un ruolo fondamentale nella salvaguardia dell’ambiente e nella ripresa economica. Come il comportamento del singolo viaggiatore potrebbe incidere nell’implementazione di un turismo ecosostenibile ? Secondo l’undicesimo rapporto (settembre 2021) “Gli italiani, il turismo sostenibile e l’ecoturismo”, con focus su “Food tourism e tutela dell’Italian taste”, realizzato dalla Fondazione UniVerde3 in collaborazione con Noto Sondaggi e con la main partership di Cobat4, al momento di pianificare un soggiorno per scopi turistici, il 58% degli italiani si pone il problema di fare scelte che non danneggino l’ambiente e il 43% sarebbe disposto a spendere qualcosa in più per questo, valutando nelle proprie ricerche sia la meta che il mezzo di trasporto per raggiungerla e, ovviamente, anche la struttura in cui soggiornare. 5 Possiamo, allo stato, riconoscere se una struttura ricettiva possa essere considerata sostenibile, sia attraverso certificazioni ufficiali che indagando sulle buone pratiche messe in campo dalle strutture stesse. Sebbene non sia ancora patrimonio comune del viaggiatore -turista l’effettiva conoscenza delle molteplici certificazioni o etichette 7 esistenti legate all’impronta ambientale di una struttura o in generale di una tipologia di viaggio a questo qualificato parterre richiamiamo l’ esistenza della certificazione unica internazionale di sostenibilità nota come Ecolabel UE6 . Detto marchio è stato creato per incoraggiare alberghi, agriturismi, B&B, affittacamere, ostelli, residence, campeggi e ogni tipologia di struttura o luogo in cui sia possibile pernottare, nel rispetto dell’ambiente e per certificarne la veridicità. Le strutture certificate infatti devono rispettare severi criteri, alcuni obbligatori e altri facoltativi, con lo scopo di garantire un’alta prestazione ambientale. Tra di essi troviamo quelli dedicati al risparmio idrico, al risparmio energetico e all’utilizzo di energie rinnovabili, ma anche l’attenzione alla riduzione dei rifiuti e l’utilizzo di materie prime alimentari, biologiche, stagionali e a chilometro zero o locali. Sottolineiamo che l’ecolabel UE è un’etichetta ecologica volontaria, che va quindi richiesta da chi possiede o gestisce la struttura. In ogni caso alla luce della curva ascendente che descrive l’incontro di domanda e offerta del “turismo enogastronomico” il “consumatore che viaggia”7 provare i piatti e prodotti tipici .È quindi importante che se non sia il viaggiatore a attuare questa scelta siano i ristoratori o gli albergatori stessi a proporla, selezionando un menù che offra prodotti locali, stagionali, biologici eventualmente dotati di certificazione geografica o presidi Slow Food8. Un altro criterio su cui il futuro viaggiatore - turista responsabile dovrebbe sempre più selezionare una struttura in cui pernottare è sicuramente quello dedicato alla mobilità sostenibile. Anche tale aspetto si interseca con il diritto all’informazione in capo al turista viaggiatore9. Egli dovrebbe in questa prospettiva trovare nel sito internet ( con l ‘ offerta complessiva del bene vacanza oppure del singolo servizio di cui esso si compone) (o nel dépliant informativo del tour operator direttamente reperibile dal web o presso un Agenzia di viaggi ) il maggior numero di indicazioni per essere raggiunti usando mezzi di trasporto pubblico (come treni e autobus) o se siano presenti informazioni circa la possibilità di spostarsi in loco senza necessità di prendere l’automobile personale, con suggerimenti dedicati a luoghi naturalistici e gite interessanti raggiungibili a piedi attraverso il noleggio di biciclette in caso di brevi percorrenze o, per spostamenti più lunghi, attraverso i trasporti pubblici locali10. Difficilmente anche il turista più accorto riceverà ragguagli su come è stata costruita la struttura recettiva che sta per selezionare ma è di palmare importanza nell’ ottica dell’economia circolare non solo ciò che viene utilizzato dentro le strutture, ma anche come esse sono state costruite. L’utilizzo di materiali naturali in ambito edilizio non solo riduce l’impatto ambientale che essi avranno ma contribuisce ad aumentare il confort e il benessere di chi vi soggiorna. Per valutare una struttura possiamo poi basarci anche su quanto essa sia efficiente dal punto di vista energetico: scopriamo se possiedono, ad esempio pannelli fotovoltaici, sistemi per il risparmio idrico o sistemi di climatizzazione efficienti, meglio ancora se tutto riportato in certificazioni di classi energetiche11. In questa brevissima disamina risulta evidente come le modifiche strutturali della domanda turistica non derivino dalle modalità di conclusione delle varie tipologie contrattuali ma significatamene dai risultati delle indagini statistiche di settore , interne ed internazionali (ovviamente inseriti in studi di Economia politica del turismo ). Come difatti abbiamo cercato in estrema sintesi di rappresentare fin qui le modificazioni della domanda in parola non riguardano tanto la sua struttura squisitamente privatistica ovvero i sempre più variegati modi di formazione dell’accordo (essendosi in realtà grandemente incrementata la curva che rappresenta le conclusioni via internet , riducendosi la consulenza sia delle Agenzie di viaggio che dei centri ricreativi o culturali o similia ) ma invece gli elementi di analisi del suo andamento statistico. Anche qui in estrema sintesi e solo a titolo esemplificativo, si è passati a definire un “pacchetto turistico” composto da n pernottamenti durante il viaggio in struttura ricettiva alberghiera a trattarlo in riferimento a qualsiasi tipologia di alloggio. E persino la distinzione tra vacanza breve e lunga 12è mutata. In conclusione riteniamo che il futuro di una accurata indagine sugli andamenti della domanda ( ed dell’ offerta) turistica non potrà fare a meno più che di sofisticati strumentari civilistici della puntuale capacità di integrare dati che provengono da fonti differenti , come i Big data (in particolare i mobile phone data) e le indagini CAPI sulle spese delle famiglie13 che hanno risentito – com è ormai noto - in ambito turistico come in altri settori dell‘Economia dei Servizi della crisi economico - finanziaria del 200814 così come della più recente crisi Pandemica da Sars Cov-2.
Relatore Giulia Contu, Luca Frigau, Marco Ortu, Francesco Mola
The overall rating and their determinants before and after the COVID-19 pandemic
The recent COVID-19 pandemic has negatively influenced the tourism sector impacting particularly on the tourism accommodations. Different researchers have investigated the effect of the pandemic on Airbnb activities, underlining its disruptive impact. However, few researchers have investigated the pandemic's impact on the general judgment expressed by Airbnb guests. In this study, we investigate the possible changes in the perception of the Airbnb experience after the COVID-19 pandemic. Specifically, we attempted to comprehend if aspects such as the managerial variables and the characteristics of the accommodation can impact on the overall rating and if differences can be recorded in terms of impact before and during the COVID-19 pandemic. The overall rating is a measure of the satisfaction level of guests that booked an Airbnb accommodation and is expressed through a score called an overall rating. We used the proportional odds model to carry out the analysis. Five different levels of the overall rating have been investigated to understand which features impact and support the host in the effort to move from the lowest to the highest level. The analysis is focused on the Italy's most visited cities: Rome, Milan, Venice, and Florence. Our findings show the relevance of some variables, such as the number of reviews, services, and typology of the rented accommodation. Moreover, the results show differences among cities and in time for the relevant impact of the COVID-19 pandemic.
Relatore Domenico Pinto
Il fenomeno dei "digital nomads" come trampolino di lancio per un turismo "cognitivo": Il caso Venywhere allarga le frontiere del turismo veneziano
Da circa un decennio stiamo assistendo ad alcune variazioni nell’andamento della domanda nel settore turistico. Ciò dipende da molteplici fattori esterni, per lo più globali, che inevitabilmente influenzano, tra gli altri mercati, quello turistico. In primis, il cambiamento climatico in essere ha creato una sempre maggiore consapevolezza, da parte dei viaggiatori, del loro impatto sulla destinazione. Si inizia a parlare di turismo sostenibile, un turismo cioè che sia rispettoso dell’ambiente, e che restituisca centralità alla comunità locale. L’attenzione alla sostenibilità del viaggio è stata enfatizzata dalla pandemia, che si è rivelata un’occasione unica per una profonda riflessione collettiva sulle nostre responsabilità nei confronti del pianeta. La rivoluzione digitale, parallelamente, sta progressivamente allentando i confini tra offerta e domanda, favorendo l’emergere di una domanda proattiva e della figura del prosumer anche in campo turistico. Il turista diventa gradualmente più autonomo nell’organizzazione del viaggio; d’altro canto, i pacchetti turistici proposti dai tour operator sono sempre meno strutturati e più personalizzati in base alle mutate esigenze della domanda. Parallelamente al turismo "mordi e fuggi", basato su una modalità di fruizione check-list, che continua a danneggiare le mete più mainstream, si sta sviluppando un turismo esperienziale, immersivo, basato sulla ricerca dell’autenticità di luoghi e culture, e sul contatto ravvicinato con le comunità locali. Viene sperimentato un turismo più lento e, talvolta, un turismo time efficient, nel senso che congiunge le esigenze lavorative a quelle di svago e di scoperta di un altrove. Esempi di questa tendenza sono il viaggio bleisure e, ancor di più, il fenomeno emergente dei "nomadi digitali". Si tratta di lavoratori, dipendenti o freelance, che hanno la possibilità di lavorare da remoto per un periodo di tempo medio o lungo, grazie all’utilizzo di strumenti tecnologici innovativi. Le opportunità di smart working, e di conseguenza la possibilità di lavorare da qualsiasi luogo del mondo, sono aumentate drasticamente a seguito della pandemia. Il lascito del Covid-19, da questo punto di vista, è una maggiore flessibilità delle aziende rispetto al lavoro agile. In alcuni casi, sono previste modalità di lavoro ibride (alcuni giorni in presenza e altri a distanza); in altri casi, i dipendenti hanno la possibilità di lavorare da remoto per alcuni mesi all’anno o, addirittura, per tutto l’anno. Ed è così che, negli ultimi due anni, abbiamo assistito al boom dei digital nomads. Questa (relativamente) nuova categoria di viaggiatori apre le porte a un fenomeno che possiamo chiamare "turismo cognitivo". Si tratta di un turismo basato sull’acquisizione di conoscenze attraverso il viaggio. Quest’ultima avviene attraverso una serie di fasi, possibili soltanto se il turista permane nella destinazione per un periodo di tempo non eccessivamente circoscritto. Una fase preliminare si sviluppa a distanza, e consiste nella ricerca di informazioni e di un certo tipo di reputazione della meta attraverso un’ampia varietà di media. La prima vera e propria fase consiste invece nel contatto ravvicinato con il territorio, la comunità locale, e la cultura del luogo; successivamente, il dialogo e l’interazione con l’intero ecosistema della destinazione; In ultimo, l’acquisizione e interiorizzazione di una determinata cultura, di un sistema valoriale, di un codice comportamentale altro. Questo processo cognitivo permetterà poi al viaggiatore di diffondere le conoscenze acquisite, di contribuire alla crescita sostenibile del territorio e di contribuire ad un turismo che si faccia progressivamente più laico, più consapevole e, dunque, responsabile. A questo fine, è necessario fornire ai digital nomads, in ciascuna destinazione, degli strumenti utili che li supportino nel loro inserimento nel territorio e nella loro integrazione con la comunità ospitante. Un esempio virtuoso è costituito da Venywhere, un progetto nato dalla collaborazione tra la Fondazione di Venezia e l’Università Ca’ Foscari, per supportare i lavoratori da remoto che desiderano passare un periodo di tempo medio lungo nella città di Venezia. Si tratta di una piattaforma innovativa che ha l’obiettivo di attrarre workers from anywhere nella città lagunare, e facilitarne l’inserimento. La piattaforma offrirà ai lavoratori supporto logistico per la burocrazia e per la ricerca di un alloggio, così come la possibilità di prenotare spazi di co-working; favorirà il loro inserimento a 360° nella realtà veneziana, proponendo loro un’ampia varietà di attività educative e ricreative. Questi "cittadini temporanei", in controtendenza rispetto alla logica del "mordi e fuggi" e del turismo di massa, contribuiranno ad arricchire la città di nuove energie, attivando una nuova offerta di servizi e opportunità economiche per la popolazione residente. Questo esempio ci consente ripensare le frontiere del turismo veneziano, e di riflettere sulle problematiche di altre mete turistiche che, analogamente a Venezia, soffrono gli impatti dell’overtourism. Sarebbe utile prendere a modello Venywhere per sviluppare iniziative simili in altre città turistiche. Ciò aprirebbe la strada ad un dialogo e ad una maggiore collaborazione e permeabilità tra le istituzioni, la comunità locale e i turisti. È fondamentale, inoltre, lavorare sull’integrazione, anziché sulla separazione, tra la dimensione analogica e quella digitale. A questo scopo, è imprescindibile l’utilizzo di nuove tecnologie e di un approccio cross-mediale, che favorisca connessioni reali, aumenti il grado di responsabilità sociale, e produca un riscontro economico positivo. È questo il punto di partenza obbligato per poter sviluppare, in qualsiasi destinazione, un turismo cognitivo, e dunque, più sostenibile e responsabile.
Relatore Maria Daniela Giammanco, Lara Gitto, Ferdinando Ofria
Governmental responses to confront the COVID-19 outbreak and their impact on tourism flows: some evidence from Europe
The COVID-19 pandemic has not only imposed an enormous toll in terms of lives all over the world, but it has also created economic losses in almost all industrial sectors, due to the ensuing restrictions aiming at controlling the virus spread. The United Nations World Tourism Organization has estimated that the number of travelers in 2020, due to the pandemic dropped to the level of 1990. All over Europe, the governmental responses, entailing restrictions to tame the pandemic, accompanied by auxiliary measures of welfare aid, have been diverse in scope and breadth. The World Bank suggests that the necessary actions taken, such as the lockdowns, together with the voluntary curtailments of both demand and supply, have caused a novel blend of negative shocks activating a profound and widespread recession (World Bank, Global Economic Prospects, June 2020). The present work aims at offering evidence on the impact of anti-COVID government actions on the volume of tourism. Using monthly Eurostat data on 29 European countries, it investigates the relation between the adoption of governmental measures, and tourism flows. The government response index, the stringency index, the containment and health index and the economic support index, measured through the indexes developed by the Oxford University team led by the Blavatnik School of Government, are the governmental measures against the pandemic used as explanatory variables of the tourism flows. In order to characterize the reaction of the market, monthly sentiment indicators, especially related to consumer confidence, have been included in the econometric analysis. The latter has been performed through the estimation of panel data models, controlling, given the heterogeneity of the sample, for heteroskedasticity and autocorrelation within panels. The information contained in the dataset has been retrieved within the database Eurostat: since it considers monthly data, from March 2020 to June 2022, it allows to summarise the course of the pandemic and to outline the different responses from the countries in the sample, which can be monitored in the next future.
Relatore Domenico Merlo Tappero
WINE TREKKING : un viaggio alla scoperta del territorio, delle sue tradizioni vinicole, dei suoi saperi e dei suoi sapori
Questo lavoro vuole porre l’attenzione sulle grandi potenzialità turistiche dell’Italia Minore. Si pensi che ben il 72% dei comuni ha meno di 5000 abitanti, rappresentanti il 55% del territorio italiano, nei quali vengono prodotte il 93% delle DOP (Denominazione di Origine Protetta), delle IGP (Indicazione Geografica Protetta) e delle STG (Specialità Tradizionale Garantita) oltre al 79% dei vini più pregiati. Stiamo parlando di oltre 800 tipicità locali suddivise tra prodotti dell’agroalimentare e da più di 500 vini di alta qualità. Un vero giacimento del quale i piccoli 10 comuni sono i silenziosi custodi. Un patrimonio che rende unico il Bel Paese nel mondo perché distribuito su territori molto variegati, ricchi di storia, di cultura e di tradizioni, di incomparabile bellezza e fascino, immersi spesso nella natura incontaminata. I piccoli borghi sono poi oggi oggetto di numerose proposte legate allo smart working e i “borghi del futuro” digitali e super-connessi sono già realtà. Anche il settore del turismo nel corso dell’ultimo anno è stato pesantemente influenzato dalla pandemia e dalle conseguenti restrizioni alle attività e agli spostamenti. Tuttavia, la pandemia ha spinto sempre più viaggiatori italiani verso un turismo di prossimità: i piccoli comuni e i borghi hanno vissuto infatti una rinascita che evidenzia che gli italiani si sono orientati più verso destinazioni meno consuete, meno affollate e con una più ampia ricettività di tipo extra-alberghiero (agriturismi, open air, case-vacanza, ecc.) a discapito delle destinazioni estive più tradizionali, caratterizzate da un maggior affollamento. Nei piccoli borghi poi il turismo sta cambiando e sta diventando sempre più sostenibile: aumentano i percorsi per cicloturisti ed escursionisti, si diffonde l’utilizzo delle e-bike, si è più sensibili per lo sviluppo di economie circolari e ad impatto zero e il vino in particolare sta diventando sempre più motivo di viaggio. Nel corso degli ultimi anni il ruolo dell’enogastronomia nel turismo è profondamente cambiato, sia sul fronte del comportamento dei turisti, sia su quello dell’offerta. Pur essendo una proposta relativamente recente rispetto ai tradizionali segmenti, il turismo legato a cibo e vino è andato rafforzandosi e articolandosi facendo registrare numeri sempre in crescita. Lo studio porrà in evidenza la possibilità di coniugare la passione per il vino, con la scoperta dei luoghi proponendo una vacanza fisicamente attiva, anche a chi Wine-lover non è. Questa dovrebbe essere l’anima del Wine Trekking. Un viaggio alla scoperta del territorio, delle sue tradizioni vinicole e dei suoi saperi e dei suoi sapori, in cui il viaggiatore si immerge nella natura circostante, dove le gambe costituiscono l’unico mezzo per scoprire la storia di una comunità. L’esperienza impagabile di vivere l’emozione di una passeggiata tra i filari delle vigne durante il foliage autunnale, sotto la neve d'inverno, in primavera al risveglio delle vigne o nel caldo estivo quando il sole matura i grappoli accompagnandoli alla vendemmia. Lo sviluppo poi del Wine Trekking può: a) aiutare a difendere l'ambiente e la cultura rurale, in ottica di sostenibilità; b) diversificare le attività (sia agricole che del territorio); c) qualificare e valorizzare le produzioni locali; d) diffondere i benefici economici; e) inserire nei circuiti turistici gli artigiani, i ristoratori, ecc.; f) aumentare occupazione e reddito. Al consumatore il Wine Trekking offre: maggior conoscenza del vino; un uso più responsabile; una ricerca di qualità; una conoscenza dei territori minori .Trattando il fenomeno del Wine Trekking, saranno evidenziate soprattutto le attività legate alla produzione del vino, della viticoltura naturale e biologica, delle tipicità agroalimentari tradizionali, il mondo della ristorazione, dell’accoglienza extra-alberghiera, gli accompagnatori turistici, gli e-bike rental center, le scuole di cucina, le scuole di equitazione per le quali si andranno a considerare: la struttura organizzativa; la conoscenza delle produzioni vinicole locali; la propensione all’impiego delle tipicità agroalimentari; la conoscenza dei territori, della storia locale e delle tradizioni; l’esperienza nel tracciare dei percorsi sicuri; la capacità di creare workshop a carattere enogastronomico; la formazione e sensibilizzazione del personale impiegato; la presenza di narratori del vino e del territorio; la conoscenza delle tecniche agronomiche naturali, biologiche e biodinamiche.
Relatore Yasmine Loha
Lo sfruttamento sessuale delle persone di minore età nei viaggi e nel turismo
Sono trascorsi oltre 20 anni dal I Congresso Mondiale Contro lo Sfruttamento Sessuale delle persone di minore età e da allora nonostante sia stato chiarito che i viaggi ed il turismo siano solo “dei luoghi” dove trova spazio il mercato del sesso con minori, l’azienda turistica fatica ancora ad ammettere di avere indirettamente un ruolo. Indubbiamente la pandemia dovuta al COVID-19 ha determinato una battuta d’arresto per il settore dei viaggi e del turismo, tuttavia lo sfruttamento sessuale grazie all’iperconnessione ha continuato ad agire indisturbato, gettando nuove e più solide basi per il controllo e l’azione offline. ECPAT Italia stimava, prima dell’emergenza COVID-19, che ogni anno partissero ca. 80mila italiani/e che una volta giunti/e a destinazione consumassero del sesso con persone di minore età, con molta probabilità anche inconsapevolmente – il/la minore dichiarava di essere maggiorenne, piuttosto frequente quando le vittime erano tra i 15 ed i 17 anni. “I sex-offenders sono continuamente alla ricerca di destinazioni turistiche emergenti[…] Dato che i Paesi agiscono per contrastare il crimine, i trasgressori cercano nuove destinazioni in cui i rischi di arresto sono più bassi” . Tra questi si celano Child Sex Offenders, che possono essere suddivisi in base alle preferenze: chi è alla ricerca di minori in età prepubere (i pedofili propriamente detti, circa il 5% del totale) e chi è alla ricerca di adolescenti. Interessante rilevare la divisione percentuale tra sex offenders abituali ed occasionali: 35% abituali e 65% occasionali. Ciò permette di notare come una larga parte di sex offenders abbia provato una sola volta l’esperienza di consumare sesso con minori, e non intenda ripeterla. N.B. le percentuali relative ai turisti si invertono per quanto riguarda i “consumatori” locali, che in alcuni Paesi (v. alcuni Paesi del Sud Est Asiatico) superano il numero dei sex offender provenienti dall’estero. Solo recentemente si è preso coscienza del fatto che l’insieme dei reati connessi allo sfruttamento sessuale di minori non è riferibile al solo genere maschile e, pur avendo picchi elevati nell’orientamento eterosessuale, non sono rari casi in altri orientamenti. Rispetto al momento in cui il fenomeno è esploso a livello globale (metà degli anni ’90) si rileva un abbassamento dell’età del sex offender, dato questo che deve far riflettere sulla scarsa diffusione della Convenzione Onu sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (NY 1989) ed educazione alla sessualità. Il timore attuale è che al di là di possibili stime, proprio per via dell’enorme divario tra nord e sud del mondo, l’accrescersi della povertà educativa e culturale, il proliferare di forme di turismo che sfuggono al controllo (per es. voluntourism) nonché di strutture ricettive fuori dal tracciamento abituale, il crimine organizzato riesca ad agire indisturbato favorendo prostituzione e produzione di materiali pornografici cui protagoniste siano persone di minore età. A ciò si aggiunga, che il fenomeno è scomparso dall’agenda politica italiana ed il rischio è che l’incapacità di saperlo “comprendere” ed “approcciare” in maniera sistemica generi l’illusione che l’Italia sia esente da questa problematica e che gli stakeholder (soprattutto nei settori turistico ed alberghiero) possano disinteressarsi. I tempi e le crisi globlali, nonché gli impegni internazionali (come per esempio l’agenda 2030) impongono una riflessione e l’urgenza di individuare misure concrete che vadano ben oltre le leggi penali.
Relatore Samuel Piana
Turismo responsabile e piccole comunità nelle aree interne: La Festa Triennale della Madonna della Colletta a Luzzogno
La pandemia ha accelerato molti cambiamenti nel turismo. I cambiamenti climatici e le conseguenti catastrofi come esondazioni, eruzioni vulcaniche, scioglimento dei ghiacci e terremoti sono in grado di trasformare l’esperienza turistica mettendo in crisi il sistema valoriale su cui si innesta la fruizione stessa dei beni naturali e culturali. In questo scenario si inseriscono nuove forme di racconto, dove il digitale sembra essere decisivo ma, una volta giunto a destinazione, il turista comprende bene che l’effetto cartolina, riproposta in “salsa digitale”, risulta effimero e le conseguenti aspettative nate prima del viaggio risultano irrimediabilmente compromesse.A questo punto si pongono alcune domande? Come evitare questo effetto che viene ben intercettato dai report di soddisfazione della domanda turistica? Qual è il confine, sempre più labile, tra una autenticità (pur ricostruita) e la bella cartolina della destinazione, seppur vuota di significato, gonfiata da tecniche di comunicazione e marketing? Per rispondere a queste domande e a molte altre che sono, secondo il mio punto di vista, legate all’azione dell’offerta di “turismo responsabile”, ove spesso si mettono in evidenza gli sforzi per avere una domanda più attenta all’ambiente ed alla cultura ma, allo stesso tempo, la proposta fa pochi e microscopici passi in avanti per rendere più agevole la fruizione consapevole del territorio, è necessario analizzare alcuni casi studio, che ritengo interessanti, al fine di trovare il giusto equilibrio tra una narrazione veritiera del territorio integrandolo con lo sviluppo economico e sociale delle comunità. Il focus dell’intervento verterà su terre alte, aree interne e su piccoli progetti per piccole comunità realizzate da studiosi, collaboratori oltre che in prima persona, mettendo in luce come spesso le autorappresentazioni di questi luoghi siano limitanti, compromettendo di fatto uno sviluppo più armonico della macroarea in cui sono inseriti. Pertanto, solo grazie ad una visione esterna, applicando alcune teorie come quella delle “Oasi di fraternità” di Edgar Morin, il paesaggio come terzo soggetto attivo nello sviluppo territoriale e l’importante apporto scientifico del geografo Eugenio Turri. In particolare, analizzeremo il caso della Festa Triennale della Madonna della Colletta a Luzzogno, in Valle Strona nella provincia del Verbano Cusio Ossola della regione Piemonte. In questo piccolo paese di poco più di 350 abitanti si organizza una festa di fede e di tradizione contadina con 450 anni di storia: la Festa Triennale della Madonna della Colletta. I suoi aspetti folklorici attirano, ormai da anni, persone da tutto il mondo. L’arrivo di visitatori e turisti aumenta in meno di 6 ore la “popolazione” fino a raggiungere la quota record di 8 mila persone. La sfida che deve affrontare il piccolo gruppo di volontari, riuniti sotto forma di comitato, è quella di riuscire a trovare il giusto pubblico per questa particolare ricorrenza, che avviene una volta ogni tre anni, cercando di sviluppare una economia virtuosa in grado di ampliarsi per tutto il triennio e non solo nel momento più significativo della festa. Tutto questo ha determinato l’opportunità di analizzare i punti di forza e le strategie in grado di potenziare, anche in termini economici, lo sviluppo delle comunità e del turismo responsabile che ne consegue.
Relatore Andrea Succi
Benessere e sostenibilità ambientale: i driver di collegamento dalla Strategia alla costruzione di un prodotto Turistico
L'obiettivo del panel sarà compiere una disamina dello stato attuale della domanda turistica in termini di attenzione a 2 variabili chiave ed oggetto di particolare valutazione da parte del cliente Turista: 1) Attenzione al benessere fisico e psicologico in particolare dopo i 2 anni di Pandemia Sars Covid 2. 2) Attenzione all’ambiente ed alla sostenibilità sia in termini di caratteristiche della destinazione prescelta che di format green implementati da DMO e strutture Alberghiere. Entrambe queste variabili vengono spesso citate in tutte le programmazioni turistiche Regionali e Territoriali in genere ma raramente entrano in una programmazione operativa tali da poter diventare dei concept di prodotto o parti integranti di Prodotti esistenti. La domanda che mi sono posto è quali sono i driver che veicolano le 2 variabili (indipendenti) sopra esposte verso un progettualità di prodotto delle DMO tenendo conto della necessità di Integrare sia gli aspetti territoriali con quelli dell’offerta turistica alberghiera. L’obiettivo del Panel è mostrare la necessità di un modello sistemico integrato sia nella costruzione del prodotto ‘wellness – Green’ che nel suo posizionamento marketing e commerciale, fornendo alcuni spunti di riflessione. Inoltre vorrei raccogliere, attraverso la discussione con i partecipanti, elementi per una futura ricerca alla quale sto lavorando insieme ad un docente dell’Università di Bologna, il Prof. Lorenzo Masiero. In questo momento siamo in fase di somministrazione di questionari a Turisti che nell’estate del 2022 hanno frequentato Rimini chiedendo di valutare il loro interesse ai temi del Benessere durante il loro soggiorno nell’ottica di un ampliamento della stagione turistica e della disponibilità o meno a pagare per servizi aggiuntivi legati a questo tema. Il 3° vettore che va naturalmente incluso ormai come parte integrante di ogni prodotto turistico e di ogni pianificazione marketing è il vettore digitale che diventa strategico sia per la costruzione del prodotto, che per la sua promo-commercializzazione che infine nella fase di raccolta dei dati. Concludo il Panel con il case history attuale del Parco del Mare a Rimini classificato come ‘Palestra a cielo Aperto’ con una quantità importante di risvolti anche in ordine alla Mobilità sostenibile ed alla riqualificazione di un water front tra i più importanti del panorama turistico nazionale. Il modello innovativo che intendo presentare durante il workshop tende ad incrociare queste 3 tendenze: digitalizzazione, transizione verso una maggiore sostenibilità ambientale e richiesta di attenzione ai temi del benessere.
Relatore Marzia Liuzza
Etica e sostenibilità nel nuovo turismo post pandemia
La pandemia ha accelerato il bisogno di ripensare al modo di “fare turismo”, spingendoci a riscoprire il turismo di prossimità e dolce per un’esperienza di viaggio in sicurezza e di qualità, incentrata sulla valorizzazione delle destinazioni e nel rispetto dei territori e delle comunità ospitanti. A causa del turismo di massa, questo settore ha subito una spersonalizzazione, perdendo la sua funzione primaria e adattandosi alle logiche del consumo. Grazie a un cambiamento nel tempo dei bisogni e delle necessità dei turisti, tale fenomeno è cambiato negli anni, modificando il modo di vivere il tempo della vacanza1. Chi sono i nuovi turisti? Che bisogni hanno? Come si è evoluto il settore? Queste sono alcune delle domande che guideranno la mia presentazione attraverso la scoperta di una nuova tipologia di viaggiatore che trova nel turismo sostenibile il suo elemento chiave. Verso una sostenibilità sociale, ambientale ed economica L’UNWTO ha istituito il Codice Etico Globale per il Turismo (GCTE) con lo scopo di promuovere un turismo responsabile e sostenibile per guidare gli attori turistici nella gestione di un turismo di qualità. Grazie a questa presa di consapevolezza, il turismo riacquisisce la sua funzione primaria e diventa viaggio: l’etimologia della parola deriva dal latino Via e il termine rimanda all’idea di un cammino lungo una direttrice, un percorso. Il viaggio è percepito come un’esperienza che ci trasforma: dall’incontro di culture diverse nascono patrimoni culturali inestimabili. Il turismo, come strumento strategico, dev’essere gestito secondo un approccio Triple Bottom Line: attraverso uno sviluppo sociale, promuovendo l’incontro tra culture diverse, ambientale nel rispetto dei territori ed economico coinvolgendo le comunità locali attraverso un piano turistico condiviso, che permetta di esaltare il loro valore differenziale e di partecipare anche agli introiti economici generati. Area tematica di riferimento: Le dimensioni etiche, valoriali e comportamentali. 1 Concetto che nasce con lo sviluppo delle società capitalistiche, in cui si suddivide il tempo del lavoro da quello della vacanza, venendo percepita quest’ultima come un bisogno primario da soddisfare. Una nuova tipologia di turista Chi è oggi il nuovo turista? Come si differenzia dal consuma-turista? Consuma-turista è un termine che esprime i tratti caratterizzanti questa tipologia di turista, infatti, il consuma-turista ancora prima di essere un turista è un consumatore che risponde alle logiche della Società dei Consumi: utilizza gli oggetti per comunicare con le altre persone e per rimanere all’interno del proprio gruppo d’appartenenza. Marx assegnò agli oggetti un valore d’uso e un valore di scambio, Baudrillard aggiunse il valore segno. I beni, quindi, vengono utilizzati come segni per comunicare e, anche nell’esperienza turistica, il viaggiatore globalizzato produce un insieme di segni: la scelta di una determinata destinazione può essere utilizzata come mezzo comunicativo; inoltre possiamo definire il consuma-turista come un semiotico amatoriale: durante la vacanza egli crea modi diversi di percepire la realtà attraverso un insieme di segni. Al contrario il nuovo turista cerca un’esperienza reale e autentica, vuole scoprire l’incontro con l’Altro e conoscere l’Altrove ed esalta il suo Io turista, inoltre egli applica nell’esperienza di viaggio uno sguardo di tipo romantico: cerca un contatto autentico con il paesaggio e la natura assume una dimensione sacrale. Proprio grazie al desiderio di conoscere l’Altro e l’Altrove, si sono potute sviluppare nuove forme di globalizzazione turistica da basso, con un approccio di tipo bottom up, dove la comunità locale diventa il fulcro dell’esperienza turistica. La crescente sensibilità ambientale, specialmente nelle nuove generazioni, ha permesso di ridisegnare il concetto di territorio: esso, infatti, viene intenso come un insieme di elementi antropici tangibili e intangibili al quale le persone attribuiscono determinati valori. Il nuovo turismo post pandemia si configura come una pratica sociale, che si va a collocare nelle profondità del nostro habitus: abitare, conoscere la terra e le sue peculiarità, la voglia e l’incessante bisogno di conoscere l’Altro e l’Altrove spingono il nuovo turista a mettersi in viaggio.
Relatore Muhammad Sattar
Examining stakeholders’ roles in establishing sustainable tourism-An international and cross-cultural study
Tourism planning and development has revolved around sustainability concepts and issues. Addressing concerns on sustainability, environmental conservation, and local community involvement has become increasingly challenging. However, the past studies are limited in terms of how tourism stakeholders interact and how this interaction can be beneficial in achieving sustainability. Today the era has changed and the audience is now available on virtual or online modes rather than the physical ones. Based on this and existing frameworks, we propose an extended framework along with roles and responsibilities of each, adding the online communities including travel vloggers in this. A systematic literature review is done to identify the role of new stake holder, online communities, in creating sustainable tourism in the market.
Relatore Ottavia Semerarchi, Michele Trimarchi
La retorica del turismo culturale: utopie e distopie
Il turismo culturale affiora periodicamente come snodo cruciale dell’identità italiana. A ben guardare, più che di identità si parla di ‘brand’, ‘made in Italy’, ‘museo diffuso’: etichette accattivanti per la stampa e interpretabili in modo molteplice, come era accaduto per i ‘giacimenti culturali’ e i ‘distretti culturali’. La reto- rica del turismo culturale pone in risalto alcuni fattori molto chiari: a) il compiacimento per una presunta superiorità italiana nella qualità e soprattutto nella dimensione del patrimonio culturale, sostenuta da affermazioni vaghe come quella secondo cui possediamo oltre la metà del patrimonio culturale mondiale; b) la preferenza per il turismo straniero in quanto fonte di ricavi estesi che riguardano non soltanto le istituzioni culturali ma soprattutto la loro cascata commerciale indiretta (alberghi, ristoranti, trasporti, etc.); c) l’inerzia strategica e gestionale da parte della pubblica amministrazione ai diversi livelli di governo, dovuta all’auto- matismo percepito dei flussi turistici e al massimo ‘corretta’ con qualche effetto speciale a buon mercato come le mostre blockbuster. Ora, la definizione di ‘turismo culturale’ sembra facilitare questa lettura statica del fenomeno e delle sue pratiche: secondo la World Tourism Organization il turismo culturale è legato al desiderio dei visitatori di “im- parare, scoprire, vivere e fruire di attrazioni/prodotti culturali tangibili e intangibili”. In questo modo l’enfasi è sulla domanda, e l’elenco dei possibili attrattori (dall’architettura alla musica fino al ‘patrimonio culinario’) di fatto carica solo sulle spalle dei viaggiatori il compito di strutturare i proprî percorsi, il che limita l’ambito di efficacia ai turisti già culturalmente ‘iniziati’: la definizione istituzionale finisce per drenare il ventaglio dei turisti culturali a consumatori culturali abituali e ‘addicted’ secondo la nota definizione di Stigler e Becker. Simmetricamente, la condizione passiva del palinsesto culturale italiano rafforza lo squilibrio distributivo anche sul versante dell’offerta: pochi luoghi, e al loro interno poche istituzioni e infine poche imprese com- merciali legate al turismo, incamerano una quota notevolissime dei ricavi, mentre il costo spesso derivante da fenomeni di congestione grava sull’intera comunità territoriale. Il turismo culturale italiano è caratteriz-zato da restrizioni sul piano della domanda e da distribuzione perversa su quello dell’offerta. Lo snodo di fondo è dato dal disegno delle politiche, che si limitano a basare criterî e azioni su metriche me- ramente dimensionali e su meccanismi premiali che finiscono per accentuare il divario tra forti e deboli, tra consolidati e entranti. Per fare un esempio, il recente bando del Ministero del Turismo sui siti UNESCO persegue l’obiettivo di fondo della crescita dei pernottamenti nella misura del 5%, con chiara intenzione di cat- tura regolatoria nei confronti di lobby rumorose e rilevanti sul piano elettorale. Questo indirizzo politico, decisamente tattico anziché strategico, alimenta rendite di posizione e ignora i possibili benefici più diffusi e sostenibili che l’innovazione potrebbe generare. Le pratiche dei turisti, tanto interni quanto stranieri, richiederebbero una regolamentazione capace di riequilibrare i flussi tra le diverse aree del territorio, decongestionando le ‘città d’arte’ grazie a più incisive intera- zioni con le aree interne, a un sistema di incentivi rivolti alle imprese culturali attive sul territorio, all’inner- vamento del patrimonio culturale tangibile e intangibile nei programmi d’insegnamento, agli scambi con istituzioni straniere. Finché l’azione pubblica continua a subire la pressione di pochi centri d’interesse, il si- stema culturale italiano si orienta verso un assetto distopico fatto di fiumane di turisti di massa che incidono negativamente sui territori e sulle comunità. L’utopia di un sistema efficace ed equilibrato non è un obiettivo irraggiungibile se le finalità, i meccanismi e gli strumenti delle politiche del turismo culturale pongono al centro una relazione intensa e fisiologica tra la comunità territoriale e i viaggiatori esterni, possibilmente ridisegnando la cassetta degli attrezzi dell’azione pubblica ben oltre il mero sostegno finanziario, e al contrario intervenendo sul palinsesto territoriale, sulle infrastrutture e sui percorsi, sull’incisività tecnologica, sull’iniziativa imprenditoriale ‘dal basso’. Si tratta di un mutamento tecnico e operativo che richiede la consapevolezza culturale di una società complessa, sofisticata e multiculturale che desidera un’esperienza di viaggio del tutto inedita.
Relatore Monica Pascoli
Turismo e comunità locale: scoprire il luogo con gli occhi dei suoi abitanti
Il presente contributo intende inserirsi nel dibattito sulle dimensioni etiche e valoriali del turismo e sulla questione della sostenibilità e del necessario processo di coinvolgimento delle comunità locali nella pianificazione turistica. La prospettiva della “sostenibilità” continua a rappresentare un importante tema di quella discussione pubblica impegnata nella definizione di un compromesso tra le istanze di sviluppo economico e quelle di etica della responsabilità (Simonicca 2005, 139-140). L'approccio community based è stato ampiamente teorizzato e utilizzato nei progetti di sviluppo del turismo sostenibile, in quanto tende a massimizzare la partecipazione della popolazione locale sin dalle prime fasi dello sviluppo e ad agire sulle politiche turistiche, rispondendo allo stesso tempo al cambiamento dei bisogni dei turisti contemporanei (soprattutto in termini di sviluppo del turismo di nicchia e del turismo a interessi speciali) (Blackstock, 2005; Saarinen, 2006). L'unica eccezione da segnalare è nella costruzione dell'immaginario turistico: il coinvolgimento della collettività in questo ambito fondamentale è sempre stato scarso, con il rischio di un forte squilibrio tra l'immagine promossa attraverso il marketing, l'immagine costantemente rimodellata dai locali e quella vissuta dai turisti. Il progetto di ricerca di cui si presentano qui alcuni risultati coinvolge tre comunità alpine nel loro processo di sviluppo turistico. La ricerca muove dall’assunto che il coinvolgimento delle comunità locali nello sviluppo turistico è fondamentale non solo come risposta all’attenzione crescente nei confronti delle istanze della sostenibilità (ambientale e sociale), ma in tutto il processo di costruzione dell’immagine turistica della destinazione. Lo scopo dell’attività di ricerca è l'analisi della costruzione sociale dell'immaginario turistico, incentrata sia sull'attività degli stakeholder turistici, sia sul ruolo svolto dalla comunità locale nella creazione di rappresentazioni collettive legate alla cultura materiale e immateriale. Obiettivo del lavoro sul campo è stato quello di esplorare ciò che i locali concepiscono come heritage, quali sono gli elementi più rilevanti che considerano patrimonio locale, quali sono gli aspetti che rivelano il legame con il territorio e i sentimenti di attaccamento e appartenenza ad esso. In particolare, la ricerca è stata guidata dalla volontà di comprendere le caratteristiche più significative del territorio attraverso gli occhi dei suoi abitanti e che cosa essi definiscono come heritage.
Relatore Fabio Aiello, Claudio Gambino
Destination Management Organization: un sistema turistico integrato per la valorizzazione del genius loci
La ricerca si propone di verificare, nel territorio ricompreso nella istituenda DMO della Sicilia centrale, l'esistenza di un segmento di domanda, tanto di prossimità quanto a lungo raggio, corrispondente al profilo di un turista che identifica i propri interessi di viaggio in un modello di autenticità esperienziale che si riconosce nel genius loci del contesto regionale che lo accoglie. L’ambito applicativo di questa indagine scientifica ricade in uno spazio geografico corrispondente, per peculiarità socio-spaziali, a una tipica componente della “piccola grande Italia”, ovvero, di quella parte del Paese che fa perno sui piccoli borghi d’arte. Centri, non di rado e improvvidamente, definiti minori, a dispetto, invece, del grande patrimonio culturale e naturalistico di cui sono custodi. Pur nella piena consapevolezza di un comparto guidato da decisioni collettive sul fronte dell’offerta ma da motivazioni personali dal lato della domanda, il turismo (sostenibile) permane, tra i vari settori economici, quello che in maggior misura risulta essere connesso al territorio e alle sue qualità. In maniera quasi paradossale, però, la gran parte degli approcci di studio, soprattutto, in riferimento al marketing, si concentra sull’analisi della domanda, tenendo conto quindi di motivazioni, abitudini, necessità e comportamenti delle diverse tipologie di turista, senza tenere in giusta considerazione le legittime caratteristiche dell’offerta, quasi come se uno spazio geografico fosse concepito come un prodotto adattabile a ogni esigenza di mercato. Processare i dati relativi ai diversi segmenti di domanda è senz’altro basilare, ma non è elemento sufficiente per potere determinare una efficace offerta turistica. Per tale ragione, l’indagine proposta muove dall’analisi della domanda dell’area di riferimento, ma nello step successivo pone al centro il territorio e la sua identità, declinando uno sviluppo armonico e sostenibile che si traduce in una simmetrica offerta. La forza delle tradizioni locali nel Mezzogiorno italiano, in Sicilia in particolare, è ragguardevole e costituisce un punto di forza che, se gestito strategicamente, può tramutarsi in autentico volano di sviluppo, tenuto conto, altresì, della crescente richiesta del mercato di una fruizione turistica a matrice esperienziale all’insegna di formule di autenticità, elementi distintivi e del continuo diffondersi, soprattutto in era post-pandemica, di nuove configurazioni a marca slow tourism. La presenza di manifestazioni folkloristiche, riti religiosi, eventi e fiere tradizionali è, in questo senso, un grande punto di forza, non sempre però adeguatamente promosso e pubblicizzato. Al riguardo, la Sicilia centrale vanta un patrimonio storico-archeologico ed enogastronomico di assoluta eccellenza e, ancora, in gran parte inesplorato, ma dalle sicure potenzialità attrattive. Un prospetto turistico, quindi, che può essere di grande interesse anche, ma non solo, per un target di fruitori a breve distanza. Si pensi, ad esempio, ai cosiddetti pacchetti week-end, che si integrano in politiche di complementarietà tra turismo leisure, nei fine settimana o short break, e turismo business, che impegnano le strutture ricettive nei giorni feriali della settimana. Il fine dell’indagine è, dunque, quello di valicare il tradizionale focus strategico sulla domanda turistica, adoperato settorialmente in un’ottica di promozione e vendita di una destinazione sul mercato, analizzando e valorizzando archetipi legati all’immagine e al brand, intesi non come semplici fattori di attrazione esogena, ma anche come elementi endogeni di identità, autenticità e sviluppo sostenibile. Questo progetto di promozione turistica, così indirizzato e in piena sintonia con la linea di investimento per l’“Attrattività dei Borghi” del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), si rivolge a quei target turistici che vogliono rivivere, proprio attraverso il territorio, le radici di quei luoghi e delle loro comunità. È il territorio, pertanto, il prodotto e, nel contempo, il risultato di fattori più̀complessi: fonte di conoscenza per gli outsider e di autoconoscenza per gli insider, generatore di valore. A tal fine appare indispensabile ritornare a quelle peculiarità geografiche, alle risorse fisiche, sociali ed economiche, utili a restituire un’immagine chiaramente identificabile, ma anche il più possibile vicina al territorio, da proporre ai mercati nazionali e internazionali. Una innovativa azione di governance partecipata, ispirata dalla transizione ecologica e digitale, a cui si auspica un congiunto miglioramento delle strutture ricettive e complementari, può restituire dignità al baricentro regionale, creando le condizioni per incrementare significativamente i flussi turistici e ampliare la stagionalità.
Relatore Filippo Grasso, Marco Platania
I parchi culturali ecclesiali in rapporto alla Destinazione turistica. Un’indagine basata sulla percezione degli stakeholder
Per "Parco Culturale Ecclesiale" (PCE) si intende un "sistema territoriale che promuove, recupera e valorizza, attraverso una strategia coordinata e integrata il patrimonio liturgico, storico, artistico, architettonico, museale, ricettivo, ludico di una o più Diocesi" (la diocesi, dal latino dioecesis e dal greco διοίκησις, cioè "amministrazione", è un tipo di suddivisione amministrativa utilizzata nell'organizzazione delle chiese cattoliche) (CEI, 2018). In tale senso, è una proposta nuova che, sviluppata sul territorio, offre notevoli opportunità di coinvolgimento delle comunità locali e in particolare dei giovani. Le motivazioni che hanno condotto la CEI a progettare un sistema di gestione culturale come questo, nascono dalla necessità di ripensare il turismo nei luoghi dove sono custoditi il deposito della fede e della cultura religiosa e la valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale per restituirlo alla fruibilità dei viaggiatori, pellegrini e visitatori. Tra i compiti quello di promuovere, annunciare, trasmettere la fede, valorizzando e mettendo in rete l’ampio patrimonio dei beni culturali ecclesiastici insieme alle Diocesi. Il Parco è nettamente un agire della Chiesa nella sollecitudine pastorale per la comunità locale e nel contribuire al bene del territorio nel quale essa è situata. Ciò non toglie, anzi favorisce il fatto che il PCE può diventare anche un luogo in cui il pellegrino ritrovi la pace con se stesso, e questo a prescindere dal fatto che il suo approccio sia “religioso” o di devozione. Al momento in cui si scrive, sono una trentina le diocesi italiane dove il parco culturale ecclesiale si sta sviluppando o è già stato realizzato. In molti territori è quindi una novità e non si conoscono bene i possibili risultati in termini di attrazione turistica. Lo scopo di questo studio è conoscere la percezione degli stakeholder al fine di comprendere i punti di forza e di debolezza di questo tipo di sistema turistico. Da un punto di vista metodologico, verrà effettuata un'analisi qualitativa attraverso interviste dirette semistrutturate ai gestori dei parchi riconosciuti in Italia e agli stakeholder locali. La metodologia prevede l'uso dell'analisi tematica e dell'analisi del contenuto. Attraverso questo studio cercheremo di approfondire le variabili legate al rapporto tra turismo e PCE e la loro vocazione a indentificarsi quale elemento fondante una Destinazione turistica.
Relatore Giuseppe Avena, Romana Gargano
L’impatto del visitatore culturale all’interno del patrimonio artistico italiano: una proposta di indicatori
Il profilo contemporaneo del visitatore culturale ed esperienziale è sempre più orientato a visite che pongono alla base un’esperienza da vivere da soli o in famiglia. Il sistema tradizionale da una parte continua ad offrire i soliti prodotti turistici, dall’altra la tendenza internazionale acquisisce modificazioni ed evoluzioni rivolte a una domanda sempre più indirizzata ad esperienze uniche ed irripetibili che tendono a rendere più appetibile i flussi verso le destinazioni. Da ciò scaturiscono nuove sfide per le destinazioni territoriali con il fine di ottimizzare i servizi e creare un’attrattività in grado di soddisfare questo nuovo target. Le città d’arte in Italia, sono da sempre le principali “calamite” del turismo culturale tanto da rappresentare una quota molto importante dell’economia. Molti centri storici non sono solo la “scatola” di opere d’arte, ma dei veri e propri musei a cielo aperto, tali da essere considerati tra le mete più ambite del turismo culturale mondiale. Questa evidenza è confermata anche dall’Unesco che fa dell’Italia (con 5 siti naturali e 53 culturali di cui 8 paesaggi) il Paese con il maggior numero di siti inclusi nella lista del patrimonio dell’Umanità. L’obiettivo di questo paper è quello di proporre indicatori in grado di misurare il potenziale turistico delle città d’arte sedi di museo (con almeno 100.000 visitatori l’anno secondo l’ultima rilevazione ISTAT) e sedi di siti UNESCO. Questi indicatori dovranno essere in grado di stimare l’impatto del turismo d’arte utilizzando una misura congiunta del numero di visitatori e di turisti, ciò al fine di evidenziare quanto la presenza di musei, monumenti e attrazioni artistiche sia capace di attrarre flussi turistici e di contribuire ad accrescere l’economia della città stessa.
Relatore Lorenza Gerardi, Jenny Perlangeli
Roaring seniors go on a cruise: applications of intelligent automation to boomers’ tourist experience
The demographic changes of the last fifty years, characterized by a constant and rapid aging of the population worldwide and a growth in the income gap between seniors and younger generations, imply a fundamental reflection on the new economic and managerial opportunities inherent to the older generations' consumer and tourist experience. The progressive aging of the population is a phenomenon of global interest that is seen with greater incidence in countries characterized by advanced economies and the resulting better living conditions (Eurispes, 2022), globally in fact as many as 80 percent of the over-65s reside in the twenty most advanced economies. The relationship between economic well-being and extra years lived with a better quality of life is a key factor (European Central Bank, 2022). The growth of the over-65s, according to United Nations data, is a growing phenomenon: it is expected to increase by five percentage points in 2040, from 9.5 percent of the world's total population to 14 percent, for a total of 10 billion individuals (United Nations, 2022). According to Istat forecasts, the phenomenon of population aging particularly affects Italy, among the longest-living countries in the world. In Italy today, the over-65s represent 23% of the total population, or 14 million people, with a growth rate that is fueled by several demographic and social phenomena (Osservatorio sulla spesa pubblica e le entrate, 2020). The centrality of the over-65s is in fact due not only to the size of one of the most populous generational cohorts ever but to a more nourished spending capacity of its members, due to better income conditions and the decumulation phase resulting from leaving the workforce (Shu & Shu, 2018). The aging of a generation of consumers who tend to be privileged, optimistic, confident, more youthful than the over-65s of a few decades ago, tech-savvy, and able to occupy their leisure time with social relationships, activities, and hobbies presents a major marketing opportunity. The aging of Baby Boomers is an arena of increased time and spending, resulting from greater income and asset security, but also better health and mobility skills. Baby Boomers now constitute a fundamental pool of interest for the tourism and hospitality market (Stončikaitė, 2022), and it is estimated that the senior market will be one of the most important driving forces of international tourism in the future (Balderas Cejudo, Patterson, & Leeson, 2019; Francescato, Maierhofer, Minghetti, & Trinkaus, 2017). Indeed, the European Commission estimates an expected 140 million tourists over 60 in Europe in 2030, four times the number in 2010; most will come from Asia, followed by Europe, North and South America. In 2013, 76 million over-65s traveled. Their preferences were identified in the market segments of luxury travel, cruises, visits to family or friends, stays in beauty farm wellness centers, cultural travel, and medical tourism. Finally, the Baby Boomers are attractive consumers for technological innovations applied to various target markets. In the case of the tourism market, digital transformation has implemented the dimensions of today's senior tourism with tools to support the tourism experience and tourist journey, such as biometric sensors and wearables, remote body control apps, artificial intelligence, voice assistants, virtual reality and mixed reality, but also through robotics and home automation to support silver tourism (Poste Italiane, 2021). Based on these considerations, we identified cruise tourism as the application field of this research, as cruise tourism is recognized as a successful baby boomers' travel choice (Norwegian Cruise Line, 2022) and innovation and automation (e.g. smart hospitality on board, smart ship and energy management) emerged as top priorities for the cruise industry, resulting in more sophisticated and technologically-empowered cruise ships (Buhalis & Papathanassis, 2022). This research aims to understand (i) which aspects of Italian Boomers' tourist experience are influenced by the application of intelligent automation; (ii) which intelligent automation devices Italian Boomers use on holidays and in which phase of their tourist journey they create value (iii) which are benefit and risk perceptions in the use of these devices. In this regard, this research is based on the theoretical frameworks offered by the Technological Acceptance Model (TAM) and Motivated Consumer Innovativeness (MCI), the variables of perceived technological self-efficacy (Kamin et al., 2017) and perceived safety of technology (Boise et al., 2013) were also considered. Based on this model, we aim to administer semi-structured interviews to Italian Boomers who in the last year went on a technologically empowered cruise. To structure valid and credible interviews and to cover relevant topics and questions, we conducted a pilot literature review. The results of this preliminary literature review are presented in this abstract. Intelligent automation represents a major challenge and opportunity today in service industries, and in particular for the tourism and hospitality industry, by increasing productivity and reducing costs whilst promoting sales growth (Belanche et al., 2020) and a more enjoyable experience for tourists. Coombs et al. (2020) define intelligent automation as "the use of technologies, (e.g., AI and its sub-fields) to replace human capabilities, particularly those involving cognition such as learning and problem solving(...)". The application of computer technology to the automation of several tasks has been previously described in literature as computerization (Frey & Osborne, 2017), virtualization (McAfee & Brynjolfsson, 2017) or automation (Davenport & Kirby, 2016). The technologies with a leading role in the application of intelligent automation to tourism are artificial intelligence (AI), nanotechnologies, quantum computing, internet of things (IOTs), smart wearable devices, domotics, autonomous vehicles and robotics (Tussyadiah, 2020; Schulze, 2019). Furthermore, the review revealed that variables such as tangibility, empathy and service assurance (de Kervenoael et al. 2020), interaction and outcome quality (Choi et al., 2020; Lee et al., 2018), perceived ease of use, perceived usability, perceived engagement and self-efficacy (Go et al., 2020), physical ambiance (Choi et al., 2020), information sharing capabilities (Go et al., 2020), trust (Tussyadiah et al., 2020) have a positive effect on tourists' adoption of intelligent automation (Goel et al., 2022). As for the benefits of the applications of intelligent automation in the Boomers' tourist experience, they can increase efficiency and cost savings, safety and security, and improve support for tourists (Huang & Rust, 2018). From a strategic perspective, intelligent automation could also track and record tourists' preferences and anticipate their desires and needs, while simultaneously providing information and customizing the tourist experience based on analytics, contextual awareness, and machine learning (Buhalis & Papathanassis, 2022). As for the risks, the challenges of connectivity at sea still rely on expensive satellite internet connections, not suited for the tourists' demand for free, unlimited and fast connectivity. Furthermore, privacy and cyber-security issues remain very relevant, in particular for the baby boomer target (Koman, 2016).
Relatore Fabio Forlani, Alena Galich
L’offerta turistica delle dimore storiche italiane fra servizi ed esperienze
L’Italia ha un patrimonio immenso di dimore storiche. Sono circa 37.700 tra castelli, palazzi, torri, ville, masserie ed ecc. Sono situate in tutta la penisola e hanno un grande valore artistico e culturale rappresentando un asset turistico rilevante dell’offerta territoriale (Garibaldi & Pozzi, 2018; Conti et al., 2020). Le dimore storiche sono apprezzate soprattutto dagli stranieri che vogliono strutture ricettive d’eccellenza che permettono di vivere un’esperienza culturale immersiva (WTO, 2019; Richards, 2018) nella storia e nelle tradizioni d’Italia. L’obiettivo del lavoro è duplice: in primo luogo descrivere dal punto di vista teorico le potenzialità e le problematiche connesse ad un utilizzo turistico-esperienziale (Pencarelli e Forlani, 2016) delle dimore storiche (Frochot, 2004); in secondo luogo, analizzare se e come l’approccio esperienziale (Forlani, 2018) viene applicato in Italia. Dal punto di vista metodologico, dopo l’analisi della letteratura turistico-esperienziale e della legislazione di riferimento italiana, è stata condotta un’analisi empirica comparativa dell’offerta di 15 dimore storiche distribuite su tutto il territorio nazionale (5 Nord, 5 Centro e 5 Sud d’Italia). La raccolta delle informazioni è avvenuta attraverso una prima analisi desk dell’offerta turistica promossa dalle strutture ed una successiva ricerca sul campo attraverso la tecnica del mistery shopping (febbraio-marzo 2022). L’analisi comparativa dell’offerta turistica evidenzia, contrariamente alle attese, una carenza nell’offerta di esperienze e alcune lacune anche nell’offerta di servizi di ospitalità. Da segnalare in particolare che l’offerta turistica varia in base all’ubicazione territoriale. Nel Nord Italia, poche strutture operano nel settore alberghiero. Sulle 5 strutture analizzate, 3 hanno offerto solo il pernottamento, 2 hanno proposto servizi accessori, nessuna, invece, ha offerto un’esperienza articolata. Le dimore storiche del Centro d’Italia operano con la formula pernottamento più altre attività. L’offerta è più varia e sviluppata. Le suddette strutture sono orientate alla clientela di livello medio-alto e il servizio clienti è più personalizzato. Alcune strutture hanno cercato di anticipare le esigenze del cliente. Due dimore storiche offrono un vero prodotto-esperienza. Tutte le attività proposte da queste strutture sono legate al territorio: escursioni, visite delle cantine e degustazione di vini, caccia al tartufo, lezioni di cucina ecc. Le dimore del Sud sono rappresentate dalle masserie e borghi medioevali. Hanno un grande potenziale per il turismo esperienziale che però ancora non riescono ad esprimere, denotando diverse lacune anche nel servizio commerciale (lunghi tempi di attesa per avere le risposte e quotazioni).
Relatore Matilde Ferrero
Verso un nuovo modello di turismo contemporaneo. Linee guida per una strategia territoriale integrata.
In Italia e in Europa, l’offerta culturale è sempre più lontana dagli itinerari scelti dal turismo. Con il passare del tempo, sono cambiati i bisogni, le abitudini, gli strumenti e le modalità di accesso ai luoghi. Dall’altra parte, i musei e i siti archeologici faticano ad adattarsi e l’interesse nell’offerta culturale diminuisce. Per conservare e tramandare la memoria, la cultura e la conoscenza dei luoghi, diventa allora urgente prendere in esame offerta e domanda e ristabilire un equilibrio. La presente ricerca vuole riflettere sui bisogni del turismo contemporaneo. Quali sono i desideri? E quale genere di offerta porta a un coinvolgimento intenso entro i confini dell’esperienza culturale? Il legame con la contemporaneità e il presente è la chiave. La narrativa che viene costruita intorno ai musei e ai siti archeologici, oggi ancora troppo legata solo al passato, dovrà considerare lo zeitgeist e il genius loci, il cui valore risiede nello stabilire una connessione intima e intensa tra i visitatori, il tempo e il luogo. L’esperienza dei luoghi della cultura dovrà intrecciarsi alla capacità dialogica dell’arte e all’eloquenza degli spazi urbani, disegnando itinerari nuovi e depolarizzati che rispondano alle aspettative percettive e cognitive della società contemporanea, e non più alle convenzioni prevalenti e all’appropriazione di pulsioni eversive come quelle rappresentate dalla street art, che si ritrova ‘commissionata’ dall’amministrazione municipale per offrire una sorta di palliativo visuale a quartieri carenti dei servizi essenziali. Cogliendo e interpretando gli indirizzi artistici e creativi, la cultura potrà iniziare a ricostruire un dialogo con i suoi visitatori. Una strategia integrata che si proponga di lavorare in questa direzione dovrà prima di tutto modificare le infrastrutture, che andranno implementate valutando il potenziale della tecnologia. Dopo, andrà creato un network digitale tra siti archeologici, musei e stakeholder del territorio, coinvolgendo anche i soggetti che operano nei campi della creatività e dell’arte contemporanea. Alla fine, l’offerta culturale avrà generato una connessione intensa tra i viaggiatori, i cittadini, la storia ed il presente, oltre che una crescita economica reale per i luoghi della cultura e il territorio.
Relatore Mariangela Petruzzelli
Il turismo di ritorno come prodotto di destinazione emozionale: il modello CIM-Confederazione Italiani nel Mondo.
Per il tema “Tourism experience design” l'esperienza del turismo di ritorno o delle radici (a cui è dedicato il 2023) diventa di certo un prodotto di una destinazione turistica. Il fenomeno rappresentato dai viaggi delle radici esiste, ma è un processo spontaneo, non organizzato e strutturato. I flussi attuali sono comunque sottodimensionati, se si pensa a quanti alloggiano in case di proprietà o da parenti e amici. Esistono pochi servizi mirati dedicati a questo specifico “target” che ha esigenze differenti dal classico turismo internazionale e che si avvicina di più al turismo domestico per via delle origini italiane. Le emozioni degli italiani all'estero che ritornano, soprattutto in estate, o giungono per la prima volta a scoprire i luoghi natii e di origine familiare hanno un ruolo specifico nel processo di destination choice determinando studi e ricerche non ancora sufficientemente esplorati nell’ambito del turismo e dell’esperienza del turista. Per strutturare un sistema di offerta turistica ad hoc per gli Italiani nel mondo, occorre stimolare efficacemente la domanda di “viaggi delle radici”. La sola motivazione di avere origini italiane, infatti, non basta a generare consistenti flussi turistici rispetto alle reali potenzialità. Occorre creare un prodotto Italia come “meta di viaggio per le radici italiane”, occorre progettarlo e realizzarlo, distribuirlo e comunicarlo in maniera efficace. L’idea è quella di costruire una politica di branding chiara, unica, riconoscibile, che risvegli il desiderio nelle comunità di italiani all’estero di ritornare e comunichi subito la possibilità di avere un punto di riferimento per tutto ciò che occorre per il proprio viaggio. E’ volutamente escluso il termine “turismo” per affermare che gli emigrati italiani e loro discendenti non si sentono turisti ma parte della comunità italiana. La proposta, sotto forma di claim, a cui dovrà poi affiancarsi la parte visual per l’immagine coordinata ed integrata, è un processo di andata e ritorno. Questo concept evoca la capacità di trasformare i flussi migratori in uscita in flussi turistici. Questo vale tanto per la passata emigrazione che per quella attuale di molti giovani e richiama l’idea che il ritorno vada oltre il viaggio come mera vacanza, come ad esempio la possibilità di ristabilirsi in Italia per i pensionati, o comunque ritornare molto frequentemente, così come per i giovani effettuare dei corsi di studio, creare attività di business etc. In un’accezione più ampia questo nome suggerisce il doppio binario rappresentato da viaggi al contrario, ovvero di residenti in Italia che si muovono per andare in visita nei paesi esteri in cui attualmente risiedono parenti e amici, aprendo delle opportunità di scambio con tali paesi e quindi ottenendo supporto in loco per far decollare il progetto. Per il successo dell’iniziativa, si potrà effettuerà un sondaggio di gradimento tra le comunità di italiani nel mondo . Questo servirà anche a sensibilizzare le suddette comunità e ad anticipare il progetto che sarà poi realizzato. L’indagine servirà quindi ad orientare la scelta e anche come attività di anticipazione del progetto (promozione pre-lancio). Le informazioni disponibili su questa forma di viaggio legata alle origini italiane sono attualmente insufficienti, poco esaustive, frammentate e irrintracciabili, così che organizzare da sé un viaggio per ricostruire la propria storia familiare e conoscere i luoghi della memoria diventa molto complicato e dispendioso, oltre che spesso infruttuoso. Questo tipo di viaggio va opportunamente stimolato, agendo sulla sfera emozionale di attaccamento alla patria d’origine propria o dei propri avi ma arricchendo il soggiorno con altre esperienze di immersione nella italianità in tutte le sue sfaccettature, attraverso vari strumenti ed iniziative, soprattutto per le nuove generazioni. La motivazione prevalente del viaggio per cui si sceglie l’Italia è legata alle proprie origini familiari e la destinazione Italia non entra in competizione con altre. Gli obiettivi perseguiti sono i seguenti: colmare quel gap attualmente esistente di un organismo riconosciuto, credibile, competente, che può svolgere una importantissima funzione di coordinamento tra i vari stakeholders e può fare anche garante di qualità, a beneficio dei viaggiatori e dei territori ospitanti; incrementare i flussi turistici e quindi le presenze (soggiorni più lunghi possibili), programmandoli durante tutto l’anno, anzi puntando a favorire periodi a più bassa stagionalità, con offerte integrate che vadano oltre il sentimento nostalgico per attirare soprattutto le terze e quarte generazioni di italiani, con interessi e contenuti poliedrici in abbinamento alla mera visita ai luoghi da cui sono partiti i loro avi mettere a sistema destinazioni meno note, piccoli borghi, a maggior rischio di desertificazione economica e depauperamento demografico, spesso esclusi dai grandi circuiti turistici, eppure ricchi di risorse materiali ed immateriali; organizzare soprattutto viaggi di gruppo, che in questa forma di turismo in genere non vengono attivati (si tratta di viaggi spesso di singoli nuclei familiari); fidelizzazione, cioè ritorno periodico a differenza di altre destinazioni turistiche , e passaparola informale e più autentico, sia verso altri oriundi italiani che verso connazionali del paese di attuale residenza dell’emigrato italiano o discendente. La forza del progetto risiede nel coinvolgimento della C.I.M.-Confederazione Italiani nel Mondo, rappresentata dai suoi scopi, dalla sua rete capillare presente sia sul territorio italiano sia nei numerosi Paesi esteri -ben 32- in cui risiedono gli oriundi italiani, nonché dalla disponibilità di una enorme banca dati di milioni di iscritti. Questa struttura può garantire l’incontro tra domanda e offerta di servizi di ospitalità ed accoglienza con un duplice operato: 1) fungendo attraverso le sue sedi regionali e i suoi Dipartimenti da coordinamento lato “offerta”, in termini di mappatura di quanto esistente sul piano turistico e di sviluppo di nuove attività attualmente mancanti, con particolare riferimento ai borghi a più forte rischio di spopolamento; 2) intercettando la “domanda” di viaggi verso l’Italia grazie alle sue sedi in 34 Paesi e le oltre 2.000 associazioni presenti in essi, e offrendo agli italiani all’estero tutti i servizi richiesti nei vari territori di origine.Ad arricchire e completare il punto di incontro tra domanda e offerta sono le numerosissime convenzioni e collaborazioni in atto con soggetti pubblici e privati che possono contribuire al buon successo dell’iniziativa, tra cui Università italiane e straniere, circuiti che legano tra loro i borghi italiani, istituti italiani di cultura, tour operator esteri, etc. La struttura, già attiva ed operativa, può facilitare di molto il raccordo necessario in Italia e verso l’estero ed è aperta a nuovi soggetti, rafforzando il sistema che si sta costruendo per presentarsi sul mercato. La CIM vigilerà infatti sui requisiti dell’offerta proposta adottando una sorta di disciplinare a cui aderire ed attenersi, monitorando costantemente le performances e definendo programmi di riconoscimenti e premialità per gli operatori più virtuosi.
Relatore Maria Grazia Magliocchi, Francesco Giovanni Truglia
La multifunzionalità e gli agriturismi un percorso evolutivo
In un’ottica di Sistema l’agriturismo rappresenta il risultato di un lungo processo di radicamento tra il territorio ed il contesto socio-economico in cui opera e che genera esternalità positive. Di fatto, i percorsi intrapresi da queste aziende non si esauriscono con l’offerta di prodotti strettamente agroalimentari ma si sviluppano ed integrano attraverso la creazione di servizi ricreativi, sociali, culturali ed ambientali secondo una strategia di multidimensionalità che, oltre alla riduzione del rischio economico dell’azienda stessa, contribuiscono anche alla crescita ‘allargata’ delle economie locali aumentando la competitività dell’azienda e del territorio in cui opera che, in tal modo, diviene più attrattivo ridefinendo o sottolineando la vocazione del territorio stesso. Sulla base di queste premesse, questo lavoro si articola in due step analitici. Nel primo le analisi sono condotte a livello micro e hanno l’obiettivo di individuare i fattori economico-aziendali, imprenditoriali e geografici che nel decennio (2011-2021), possono aver influenzato alcune aziende agrituristiche ad intraprendere questo processo di innovazione imprenditoriale attraverso la strategia della multidimensionalità con gli inevitabili effetti che queste scelte possono indurre, in un processo di causa ed effetto, sul territorio e sul turismo. Nel secondo, utilizzando alcuni strumenti Spatial Statistics Analysis, si esplora la presenza di meccanismi spaziali che presiedono la configurazione territoriale delle aziende agrituristiche multifunzionali (aziende che svolgono almeno tre attività). In questo caso l’informazione di base è composta, oltre che dalle variabili che descrivono le caratteristiche dell’azienda, anche dalla coordinata geografica dell’azienda stessa.
Relatore Hermann Graziano
I borghi e l'organizzazione dell'offerta: l'esperienza e la tecnologia come driver
Problem Statement: lo studio prende in esame la rete regionale del circuito “I borghi più belli d’Italia” per lo sviluppo di azioni di promozione e valorizzazione del patrimonio storico-artistico- culturale attraverso strumenti ICT per accrescere la visibilità di mercato, la reputazione e la costruzione di esperienze turistiche immersive. Purpose of the Study: I fattori che accrescono 1) il livello di engagement dei turisti e dei processi partecipativi self made, 2) la reputation della destinazione Borgo e ricadute sulla rete. Methods: lo studio è stato svolto con un approccio qualitativo basato su una struttura comparativo - descrittiva su cui sono state integrate delle interviste in profondità sulle figure chiave che promuovono e sostengono la rete, inoltre sono state prese in esame le good practices organizzative che si sono sviluppate attraverso processi partecipativi. Findings and Results: l’analisi ha fatto emergere come l’integrazione degli strumenti ICT permetta un maggiore e più ampio coinvolgimento dei turisti sia nelle differenti fasce di età e che per formazione culturale in merito alla visita delle aree storico-artistiche del borgo. Emerge anche un diffuso e un più elevato grado di soddifazione nei diversi segmenti di visitatori i quali richiedono sempre più opzioni di utilizzo e di personalizzazione nell’esperianza turistica tech-based, anche in funzione del superamento di barriere culturali legate sia ai turismo estero che al turismo accessibile.
Relatore Patrizia Battilani, Francesco Barbini
Features, strengths and weaknesses of Cultural Routes’ governance: first results from the Fabroute project
The Fab Routes (Erasmus plus) project pursued a twofold objective. First of all, the project aimed at designing a new training methodology and educational modules able to foster and enrich the knowledge and transversal competences of the staff members of Cultural Routes of the Council of Europe. Secondly it focused on building a new strategy model aiming at improving the Cultural Routes capability to respond to their mission as defined by the priority fields of action. In this context, an important part of the project focused on governance models. The governance model of a Route consists of an organizational architecture and a set of operational processes. In analytical terms, governance choices are part of a wider strategic process which involves four separate but interdependent levels of choices. How work gets done Who does what All activities that involve more than one member impose the breakdown of the tasks between different actors and the management of interdependence between these tasks Routes usually involve members with different backgrounds and goals, and thus a balance is needed between global integration and local involvement and responsiveness In order to shed some light on the governance models, we analysed five Routes: Atrium, Charles V, Olive Oil, Via Regia, AEPJ – European Routes of Jewish Heritage. The investigation adopted a participatory methodology and used a variety of sources. a) The statute of each route was analyzed in detail to represent the structure and the system of formal authority and responsibilities. When available, also other official documents (e.g., organizational charts) were put under scrutiny. This first recognition allowed a preliminary understanding of the general architecture of each Route and its functioning. Semi-structured interviews with the Managing Bodies of the Cultural Routes b) One-to-one semi-structured interviews with each Managing Body of the Route were conducted to gather additional (and more affluent) knowledge about the most relevant organizational dimensions (formalization, centralization, specialization, leadership style; degree of interaction) and the magnitude of the different contingency factors (goals, domain, culture and values, size, partner’s characteristics, competencies and resources available). To this end, the interview structure was defined in advance, taking the organizational dimensions and the contingency factors into consideration. Interviews were recorded, transcribed, and analyzed. From these interviews, a more realistic representation of the various governance models has emerged. c) Focus group involving the Managing Bodies of the Cultural Routes. To complement and challenge the understanding of the governance models, a meeting with all Managing Bodies of the Routes was convened. The Managing Bodies of the Routes were invited to share and discuss approaches and practices to network governance. Each Managing Body of the Route was asked to describe the governance model, focusing on some crucial aspects (which were identified by analyzing the transcriptions of the interviews) of internal coordination choices. Then, by working in groups, participants had to propose solutions to manage typical coordination problems efficiently. Finally, the proposed solutions were discussed and commented on in a plenary session. d) To promote the commitment and stimulate a more articulated discussion, participants were exposed to discussion techniques based on BEI (Behavioral Event Interviews - questions in which they had to describe a situation or a decision they had faced in their role of Managing Body of the Route), CIQ (Critical Incident Questions - participants were asked to think of a critical or controversial situation they had met in their role of Managing Body of the Route), and role-playing. The meeting was recorded and transcribed. The analysis of the discussion allowed a final refinement of the different governance models adopted by project partners. Based on the knowledge developed through the previous investigation process and relying on the scientific literature on the organization of international enterprises, in this eesay, we propose ideal typologies of governance models for Cultural Routes.
Relatore Francesco Calabrò, Immacolata Lorè
Aspetti valutativi nell'organizzazione dell'offerta turistico-culturale di un'area interne della Calabria. Il caso della Valle degli Armeni
La cosiddetta Valle degli Armeni è una piccola porzione di territorio della Città Metropolitana di Reggio Calabria, comprendente i Comuni di Brancaleone, Bruzzano Zeffirio, Ferruzzano e Staiti, caratterizzata da dinamiche di marginalizzazione fisica e socio-economica. Da qualche tempo i quattro Comuni hanno iniziato a collaborare per elaborare strategie di sviluppo locale e, a tale scopo, hanno chiesto il supporto dell’UNESCO Med Lab dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria. L’area di studio attualmente è meta estiva del classico turismo balneare; tenuto conto della qualità delle risorse culturali, materiali e immateriali, esistenti, il Turismo Culturale, grazie anche al contributo che può dare alla destagionalizzazione dei flussi, è stato individuato come uno dei possibili assi su cui costruire la strategia di sviluppo del territorio. Le attività di ricerca sono state orientate, pertanto, verso l’individuazione delle soluzioni organizzative dell’offerta turistico-culturale ottimali. La cultura della valutazione in questo caso può consentire di individuare i modelli organizzativo-gestionali più confacenti alle specifiche caratteristiche delle risorse e degli stakeholders e di verificarne la fattibilità e la sostenibilità economica. Considerate le dimensioni estremamente ridotte dell’area oggetto di studio e la connessa capacità attrattiva limitata, parallelamente è stata avviata un’altra linea di ricerca, che riguarda il rafforzamento dell’attrattività del territorio. In questa direzione, la ricerca è finalizzata alla costruzione di una rete con altre aree calabresi, in grado di configurare una destinazione turistica dislocata su territori non contigui ma collegati funzionalmente. La cultura della valutazione in questo caso può consentire di selezionare, attraverso opportuni indicatori e considerazioni, una serie di Comuni che operino in sinergia come una rete di poli turistici. La presentazione riguarderà, pertanto, l’impostazione metodologica del percorso di ricerca avviato e illustrerà i risultati delle prime attività già condotte.
Relatore Roberta Alberotanza
Gli Itinerari Culturali del Consiglio d'Europa che attraversano l'Italia: un'opportunità di turismo sostenibile per il futuro.
Il programma degli Itinerari Culturali, avviato dal Consiglio d'Europa nel 1987 con la Dichiarazione di Santiago de Compostela, mette in pratica i principi fondamentali del Consiglio d'Europa: diritti umani, democrazia culturale, diversità e identità culturali. La Convenzione di Faro, adottata dal Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa il 13 ottobre 2005, ci incoraggia a riconoscere che luoghi ed oggetti sono importanti per i significati e gli usi che le persone attribuiscono loro e per i valori che rappresentano. Nel 2022 si contano 48 Itinerari Culturali del Consiglio d'Europa di cui 32 passanti per l'Italia. Tra i principali obbiettivi degli Itinerari Culturali vi sono la salvaguardia del patrimonio e la valorizzazione del turismo culturale in un'ottica di sviluppo sostenibile. La maggioranza degli Itinerari passa, infatti, per centri urbani con meno di 5.000 abitanti, rappresentando un fattore di sviluppo economico per quelli che noi definiamo borghi. Il turismo esperienziale rappresenta oggi un mercato molto promettente e apre potenzialità di sviluppo interessanti per itinerari e territori di pregio paesaggistico e architettonico.
Relatore Fiorella Dallari
UNESCO Heritage and Slowtourism/slowtravel for a local sustainable Development/Future The aware and responsible Unesco Pilgrims between global and multilateral vision
Dopo la seconda guerra mondiale, avvenuta solo una generazione dopo la 1° guerra mondiale, l'UNESCO “nasce da una visione chiara: per raggiungere una pace duratura non bastano accordi economici e politici tra gli Stati. Dobbiamo unire le persone e rafforzare la solidarietà intellettuale e morale dell'umanità, attraverso la comprensione reciproca e il dialogo tra le culture” (https://www.unesco.org/en/history ). L'Unesco ha cercato di guidare la società internazionale attraverso la cooperazione internazionale in materia di istruzione, scienze e cultura sulla base di convenzioni, come la Convenzione del Patrimonio Mondiale del 1972 (https://whc.unesco.org/en/convention/ ). La caratteristica più significativa della Convenzione del Patrimonio Mondiale del 1972 è che unisce in un unico documento i concetti di conservazione della natura e conservazione dei beni culturali. La Convenzione riconosce il modo in cui le persone interagiscono con la natura e la fondamentale necessità di preservare l'equilibrio tra i due soggetti. Dopo quasi trent'anni, la Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale (2003, https://ich.unesco.org/doc/src/18440- FR.pdf ) ha cercato di bilanciare un patrimonio in divenire geograficamente e culturalmente, da sempre cercando di superare ogni dicotomia, dopo aver riconosciuto nuove proprietà come i Paesaggi (1992, Summit of Eart) e il Patrimonio Religioso (2010). Tuttavia, il patrimonio culturale e il patrimonio naturale sono sempre più minacciati di distruzione non solo dalle tradizionali cause di degrado, ma anche dalle mutate condizioni sociali ed economiche proprio nella seconda metà del Novecento, quando il turismo internazionale e di massa si è affermato in paesi, provocando impatti negativi insostenibili per le comunità locali e soprattutto per il patrimonio e l'ambiente. Cambiamenti climatici e inquinamento, pandemia e guerra presenti da anni anche nelle regioni europee hanno improvvisamente avviato una metamorfosi strutturale nella società contemporanea di fronte ai nuovi scenari territoriali. Possiamo continuare lentamente su un percorso verso lo sviluppo locale sostenibile? O piuttosto verso il futuro? Come? Quale speranza per il turismo contemporaneo, che si è sviluppato sin dalla sua nascita scoprendo anche nuovi percorsi declinati con una visione consapevole, rispettosa e sostenibile nella fruizione quotidiana? La consapevolezza e il coinvolgimento delle comunità locali costituiscono un obiettivo della Convenzione di Faro (2004) come il turista responsabile, approccio molto importante nel panorama nazionale italiano. Infine, il pellegrino appare come l'“icona europea” di una pratica millenaria che ha attraversato l'Europa, motivato soprattutto da religiosità, spiritualità, consapevolezza e rispetto ogni giorno del suo cammino su scala personale e in una visione culturale olistica. Rinato negli ultimi quarant'anni, il pellegrino Romeo, o Palmiere o pellegrino (giacobino; Dante) incontra lungo i suoi percorsi anche numerosi siti patrimonio Unesco insieme a espressioni locali di patrimonio immateriale, forse acquisendo ancora una volta un ruolo importante nell'opera di ricomposizione geopolitica europea, come avvenne dall'XI al XVII secolo. Riuscite a immaginare il pellegrino dell'UNESCO, come obiettivo di studio e osservazione da parte dell'UNESCO e dei Pellegrinaggi e Itinerari del Consiglio d'Europa e non solo? Qui prevale una cultura comportamentale, espressione storica del lento movimento, dove la consapevolezza, la responsabilità e lo sguardo sacro hanno il primato: il pellegrino cammina per essere in pace e non per fare la guerra!
Relatore Laura Genovese, Roberta Varriale, Barbara Aldighieri
Centro Minerario di Val Imperina fra passato e futuro
Valle Imperina rientra nei confini amministrativi del Comune di Rivamonte Agordino e nel Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi (UNESCO 2009), di cui segna uno dei punti di confine a nord. L’ex polo minerario, da cui si estraeva rame per la Serenissima Repubblica di Venezia, è rimasto attivo per oltre cinque secoli, fino alla sua definitiva chiusura nel 1962. Il legame tra le comunità vallive e le miniere è stato così forte da aver lasciato traccia nella toponomastica e persino nella vulgata. Inoltre, in questa valle ha ancora sede l'Istituto Tecnico Industriale "U. Follador" di Agordo, una scuola mineraria fondata nel 1867 e che, ancora oggi, rappresenta una fra le più prestigiose al mondo. Recentemente, quest'area archeoindustriale è stata oggetto di un complesso e ambizioso restauro delle principali strutture edilizie e dei percorsi per riconvertire il borgo a funzioni museali e turistico ricettive, solo in parte ritardato dalla congiuntura pandemica da Covid19. Il progetto di riconversione ha saputo interpretare i valori delle comunità locali e del territorio, valorizzandone le tradizioni, la storia produttiva e mantenendo vitale il sense of place. In questo processo è stata fondamentale la collaborazione tra le varie municipalità vallive e le associazioni di cittadini. Quanto al posizionamento nell’offerta culturale e turistica nazionale e internazionale, gli sforzi hanno portato a risultati più stentati. Oggi il sito affronta la sfida di rinnovarsi e stare al passo con i cambiamenti del settore, in termini di infrastrutture e tecnologie, di sostenibilità e di offerta turistico-culturale, alla ricerca costante di modelli e soluzioni efficaci. In questa prospettiva, le comunità della Conca Agordina hanno aderito all’iniziativa progettuale REinventing Industrial MUseums for a new image of Italy – ReMusIt. Il progetto è coordinato dal CNR (Istituti ISPC, ISMED, IGAG, IRPPS), con la partecipazione dell'Università La Statale di Milano e all'Università Mediterranea di Reggio Calabria, al fianco di musei e stake holder locali. Si tratta di uno studio comparativo e multidisciplinare, che affronta la sfida di identificare, analizzare e codificare best practices nell'ambito della gestione, valorizzazione, partecipazione civica, del miglioramento della dimensione comunitaria e delle pratiche che rafforzino la resilienza dei musei industriali rispetto a shock endogeni ed esogeni. Il progetto si colloca nell’ambito delle ricerche che il gruppo CNR conduce sul recupero e il riuso di ex strutture minerarie e, più in generale, underground su scala sia nazionale sia internazionale (Cost Action 18110), basato sull’approccio di analisi denominato Underground Built Heritage (Varriale, 2021) di cui verranno illustrate alcune specifiche. La ricerca offre l'opportunità per ripensare il ruolo dei musei per il futuro, riconoscendo il loro potenziale nel facilitare il progresso verso i 17 Obiettivi dello sviluppo sostenibile e identificare le opzioni chiave per la strategia futura, volta a rafforzare il loro ruolo sociale ed economico, nonché il rilancio post Covid19 basato sull'innovazione digitale.
Relatore Maria Teresa Iaquinta
I Tratturi: verso il riconoscimento UNESCO
Rispondendo alle indicazioni generali della sessione, l'intervento si propone di presentare un caso emblematico di come i beni culturali e, ancor più, il paesaggio culturale, costituiscano uno degli asset strategici per lo sviluppo economico dell'Italia: i 58 siti UNESCO sono la testimonianza tangibile di questo vantaggio competitivo. Dal 1/06/2006 una candidatura dal titolo "Transumanza: i Regi Tratturi" è stata inserita nella Lista Propositiva Italiana per il Patrimonio Mondiale dell'UNESCO . Tale candidatura, presupposto per la presentazione del Dossier per la Lista del Patrimonio Mondiale, è stata presentata dall'allora Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare con le regioni Abruzzo, Molise, Campania e Puglia. La "transumanza", come pratica pastorale, è stata inclusa nel 2019 dall'UNESCO nella Lista del patrimonio culturale immateriale , dopo che Italia, Austria e Grecia hanno presentato una candidatura transnazionale. Tra il 2018 e il 2020 si sono svolti diversi incontri in occasione delle tappe della mostra itinerante Un Paesaggio senza Confini: Il Tratturo, organizzata da OAPPC Chieti insieme alla Fondazione Architetti Chieti-Pescara e alla Soprintendenza Archeologia delle Belle Arti e del Paesaggio dell'Abruzzo. La consapevolezza delle potenzialità della rete tratturale ha portato a considerarla un importante patrimonio per le regioni Abruzzo, Molise, Puglia, Campania e Basilicata, evidenziando, in prospettiva, importanti ricadute in termini socio-economici sul territorio. Tutto questo nella consapevolezza dello sviluppo e la presentazione di un eventuale dossier per l’iscrizione sulla Lista del Patrimonio Culturale e Naturale Mondiale dell’UNESCO richiede la creazione di un solido network di istituzione e di gruppi di interesse.
Relatore Carla Maurano
I viaggiatori della montagna
Chiunque oggi decida di impegnarsi nella elaborazione di un progetto per la valorizzazione turistica della Montagna, ed in modo particolare di quegli ambiti straordinari rappresentati dall’Appennino Meridionale e dalle sue propaggini, non può che partire da una attenta disanima del Patrimonio identitario, culturale e naturale, materiale ed immateriale, dei suoi siti, e da una ancor più attenta disanima del perché, pur in presenza di un grande impegno, i risultati ottenuti dalle strategie messe in atto per la corretta valorizzazione di questo patrimonio e dei borghi ad esso afferenti non siano stati finora quelli auspicati, né siano risultati risolutivi per il disinnesco di fenomeni di rischio della tenuta del complesso “sistema Montagna” connessi allo spopolamento e alla crisi dei sistemi idrogeologici. Appare evidente che la volontà di inversione delle tendenze, di cambio di prospettive, ritenuta necessaria e teoricamente affermata nei documenti strategici, non sempre nella pratica si è incarnata in un approccio metodologico progettuale realmente innovativo. In modo particolare al Sud, non si è riusciti a sottrarre concettualmente la Montagna e la sua realtà socio-economica-culturale non alla dovuta relazione ma piuttosto a rapporti di subalternità dalla fascia costiera, dai “grandi attrattori culturali: in pratica, si è stati incapaci di restituire alla Montagna in sé il riconoscimento della eccezionalità insita nella sua millenaria, complessa, unica ed autonoma identità. La sfida è pertanto quella di elaborare proposte basate su un approccio olistico alla conoscenza e alla valorizzazione, in grado, ben oltre il singolo aspetto, la singola disciplina, di comprendere ed esaltare le relazioni millenarie esistenti tra le varie componenti del sistema Montagna. La sfida è quella di costruire, meglio di ri-costruire, un modello interpretativo e di valorizzazione della Montagna, della sua Cultura e della sua Natura, in grado di decodificare la complessità dei territori e di farlo, in primis, alla luce dei millenari processi di antropizzazione, ancora chiaramente visibili. Processi di antropizzazione che nelle forme, nelle regole, nelle tradizioni immateriali suggellano l’uso sapiente del suolo e delle risorse da parte delle comunità locali. E’ infatti l’eccezionalità intrinseca della Montagna, frutto della sua complessa identità, della sua Storia, della forza della sua Natura e delle sue genti inscindibilmente legate tra loro nel tempo e nello spazio, l’elemento che unitariamente va oggi ri-conosciuto, ri-preso, ri-considerato: in esso si celano gli elementi, e la forza, che possono far ri-diventare la Montagna il fulcro di una valorizzazione che aspira, nel rispetto della diversità delle sue comunità e dei suoi territori, a porsi al servizio di nuovi turisti, di Viaggiatori alla ricerca della Conoscenza.
Relatore Ottavia Semerari
Comunità locali e turismo culturale: sperimentazioni a Ercolano
Con la ratifica della Convenzione di Faro e la proposta di Carta internazionale dell'ICOMOS per il turismo culturale si sono finalmente cominciate ad abbattere quelle barriere che per troppo tempo hanno separato le comunità dal patrimonio locale. I principi alla base di queste carte vedono le comunità protagoniste nell’implementazione di nuovi modelli di gestione del patrimonio e auspicano forme più eque e sostenibili di sviluppo. Un possibile metodo per tradurre in concreto questi dettami può partire dall’ascolto del territorio, dei suoi bisogni e delle sue risorse cercando di metterle in luce e al contempo valorizzare le competenze di coloro che partecipano a questo processo. È quanto sta cercando di fare l’impresa sociale Variabile K a Ercolano, un’organizzazione che si occupa di rigenerazione urbana e partecipazione culturale riconnettendo il patrimonio al fragile tessuto economico-sociale in cui è inserito. Per far questo, Variabile K agisce su due fronti: all’interno della città moderna, nei vicoli di Resina, e negli spazi delle ville vesuviane organizzando attività realizzate dalle comunità di artigiani, artisti, musicisti, imprenditori locali. Le attività si rivolgono sia a cittadini che visitatori e cercano di far dialogare tra loro queste due realtà, ad oggi distanti, con l’obiettivo di contribuire a realizzare forme di turismo responsabile. Sebbene Ercolano sia un luogo ricchissimo di risorse culturali e naturali, i visitatori non si fermano più del tempo necessario a visitare il Parco Archeologico e/o il Parco Nazionale del Vesuvio. Il potenziale turistico del territorio e la mancanza di forme di turismo di massa consolidate ne fanno un caso studio di grande interesse per lo sviluppo di un’offerta alternativa e sostenibile.
Relatore Gianluca Monturano, Samuele Cesarini, Fabrizio Antolini
L’influenza spaziale nella crescita economica e produttiva delle Start-up turistiche
L’intera società mondiale, negli ultimi due decenni, è stata radicalmente trasformata a seguito della diffusione su larga scala della tecnologia digitale. Lo sviluppo tecnologico ha, infatti, determinato grandi mutamenti, con l’introduzione e la successiva espansione di strumentazioni disintermediate di supporto alla gestione delle informazioni e dei dati. Queste tecnologie hanno dunque radicalmente cambiato la quotidianità dei cittadini ed in particolare quella dei Paesi avanzati. In sintesi, la diffusione della tecnologia sta mutando tutti i comparti dell’economia, nonché la comunicazione tra individui e imprese e, di conseguenza, sta determinando la ristrutturazione dei modelli di business tradizionali delle imprese. In questo contesto di trasformazione strutturale, anche il settore turistico, che contribuisce in modo importante alla ricchezza nazionale, non è esonerato da tali processi di cambiamento tecnologico. Infatti, come in altri settori economici, anche il turismo vede al suo interno la diffusione di Start-up innovative, che vanno a erogare in maniera disintermediata servizi che in precedenza venivano forniti da imprese tradizionali (c.d. incumbents). Le Start-up innovative sono imprese caratterizzate da un alto contenuto tecnologico, con forti potenzialità di crescita. Rappresentano per questo uno dei punti chiave della politica industriale italiana. In Italia, le Start-up che erogano servizi turistici disintermediati rappresentano realtà economico-produttive consolidate e in molti casi esperienze imprenditoriali di successo. Esse, sono ormai diffuse in tutto il Paese, e in particolare in territori regionali e comuni che spazialmente divergono tra loro, in termini di vocazione e densità turistica. In relazione a ciò, questo lavoro, si inserisce all’interno del dibattito sulle disparità regionali e sulla crescita economica locale dei territori. Infatti, esso va a indagare il rapporto che sussiste tra il valore di produzione realizzato dalle Start-up innovative turistiche e le caratteristiche e vocazioni turistiche dei comuni in cui esse sono dislocate, utilizzando la classificazione dei Comuni in base alla densità turistica, come indicato dalla Legge 17 luglio 2020, n. 77, art. 182. In particolare, l’analisi servirà a verificare statisticamente la probabilità che Start- up turistiche con fatturati più elevati si associno a comuni con densità e vocazioni turistiche maggiori. Pertanto, questo lavoro affronta un argomento di grande rilevanza, specie all'interno di ecosistemi imprenditoriali situati in un Paese come l’Italia, in cui le piccole-medie imprese rappresentano il principale motore dello sviluppo economico. Ad oggi, infatti, i contributi nel campo degli ecosistemi imprenditoriali si sono concentrati principalmente sulle definizioni e sull’analisi degli attori, degli attributi chiave, e delle conseguenze sulla creazione e sulla crescita delle Start-up, mentre hanno concesso meno spazio alle relazioni chiave tra questi attori economici e il potenziale che i territori sono in grado di offrire. Sotto questo punto di osservazione, in definitiva, lo studio contribuisce a esplorare la relazione presente negli ecosistemi imprenditoriali tra la turisticità di un territorio e una classe rilevante di Start-up: le Start-up innovative del settore turistico.
Relatore Fisun Yuksel, Samet C. Aksu, Mehmet Kabacik, Biagio Simonetti
Do social media and Gadget Loving Affect Innovative Job Performance? The Moderation Role of Generation Cohort: An Evaluation of the Kitchen Chefs
In this study, the effect gadget loving on the social media use in the workplace and the social media use in the workplace on innovative job performance is examined. In addition, it is aimed to examine the moderation role of generation cohort (digital natives/immigrants) between social media use and innovative job performance. The research data were collected both on the online platforms via Google forms and face-to- face on the dates between September and October 2022. Online platforms were preferred for data collection because they are more economical than other methods (face-to-face etc.). The population of this research consists of kitchen chefs working throughout Turkey. In order to collect data quickly and more efficiently as a sampling technique, the convenience sampling method was chosen to investigate a population that has no sampling limit. Before applying the questionnaire, (1) a brief information about the subject of the study was given to the participants and (2) confirmation that the participants are aware of that their participation on the study is voluntary was requested to be assured. They were then asked to fill out the questionnaire forms. In total, 231 data were collected. 10 of these data were excluded from the study due to suspicious or invalid responses, and the remaining 221 data were analyzed. The questionnaire technique was used as a data collection technique in the research. 3 different scales were used in the research. The first scale, the gadget loving scale, was developed by Bruner and Kumar (2007) and is intended to measure the love of chefs for new technologies and consists of 8 items. In the second scale, the innovative work performance scale, which was created by Janssen and Van Yperen, (2004) and consists of 6 items, was used. The last scale, the social media usage scale, is adapted from the scale created by Ali-Hassan et al. (2015). The scale consists of 14 items and 3 sub-dimensions. The scales are arranged according to the 5-point Likert scale as “1: Never, 2: Decently, 3: Sometimes, 4: Usually, 5: Always”. The research data were analyzed in the SmartPLS statistical program. The main reason for using the Smart PLS statistical program is that it combines the results of the measurement model, structural assessment and structural equation modeling, there is no need for distribution normality, and it provides an opportunity to decipher the analysis method to be used (Hair et al., 2019). In the analysis phase, scale structures. (reflective/formative) were determined using confirmatory tetrad analysis (CTA). After that, measurement model (α, rho_a, rho_c, AVE, HTMT Ratio, Cross Loading) and structural assessment (R2, f2, InnerVIF, PLSPredict) analyses were applied. Finally, structural equation modeling and moderation effect analysis were performed. As a result of the CTA, confidence intervals of the scales were examined. The results for all scales were reflective. In this direction, the covariance-based structural equation model (CB- SEM) was used in the research. The Cronbach Alpha (α) reliability coefficient of the scales is higher than 0.70 (Hair et al., 2017), rho_a values higher than 0.70 (Dijkstra and Henseler, 2015), composite reliability (rho_c) higher than 0.60 (Bagozzi and Yi, 1988), averaged variance explained (AVE) higher than 0.50 (Fornell and Larcker, 1981) gave results. However, the AVE value of the GL scale was higher than 0.40 and close to 0.50 (0.485). Fornell and Larcker (1981: 46) state that even if more than 50% of the variance is due to error, the convergent validity of the structure can be accepted by considering other convergent validity scales. While the outer loadings of the scales (confirmatory factor analysis) were higher than 0.50 (Kaiser, 1974) and also the model goodness of fit scores were determined as good (Hu and Bentler, 1999; Byrne, 1994; Dijkstra and Henseler, 2015). ; Tenenhaus et al., 2005) (X2=954,185, NFI=0,728, SRMR=0,077, d_ULS=2,573, d_G=0,786, GoF=0,456). The scales met Fornell Larcker criterion (Fornell and Larcker, 1981), HTMT Ratio scores with results lower than 0.9 (Henseler, Ringle and Sarstedt, 2015) and cross loading results were high between scales items (Hair et al., 2019) have been identified. The InnerVIF scores of the scales were below the threshold value of 5 (Becker, Ringle, Sarstedt and Völckner, 2015), and the R2 scores were weak (≤0.25...≤0.50) (Henseler, Ringle and Sinkovics, 2009), when f2 scores were examined, the effect size of the scales on InJPerf was calculated to be insufficient (≤0.02) and weak in the range of 0.02-0.15. The effect size of GL on social media use sub- factors was high (≥0.35) Finally, the PLSPredict analysis was calculated to determine the average size of the error coefficients for the results of the dependent variables and it was concluded that the PLS SEM analysis had medium predictive power (Hair et al., 2019). According to the research results, Gadget loving has a significant and positive effect on social use (ßGL>>SocUse=0.438, t=7.790, p>CogUse=0.524, t=10.941, p>HedUse=0.411, t=6.997, p<0.001). Therefore, hypotheses H1a, H1b and H1c have been accepted.
Relatore Paolo Esposito, M. Tufo
Virtual Museum: innovative challenges, trends and economic opportunities
The digital transition has prompted scholars to rethink the role of museums, which are becoming increasingly connected, interactive and virtual. The entire tourism industry is a key player in this transformation. However, only a few have been able to exploit the potential of new technological tools to meet the new need. Recent years have witnessed a significant increase in the use of virtual reality in museums in an attempt to embrace technological innovations and adapt to the challenges of the digital age. The COVID-19 pandemic has accelerated a process that already existed, albeit marginally. Emerging technology will be the main source of competitive advantage in the future (Simonetti et al., 2020). Therefore, measures involving the digitisation of culture are crucial. Although many studies emphasise the advantages of virtual reality, this research aims to explore new challenges and opportunities of virtual reality in the cultural organizations (Esposito and Ricci, 2021). The research was conducted on multiple case studies (Yin, 1994), through the analysis of global reports of institutional entities (UNESCO, OECD, ISTAT and Unioncamere).
Relatore Raffaele Palumbo
Il cambiamento della domanda. La trasformazione delle agenzie di viaggio
Come pronosticato da Pine e Gilmore nel 1999, stiamo assistendo ad un passaggio dall’economia dei servizi ad una economia delle esperienze, la trasformazione riguarda ormai non solo i settori storicamente legati al turismo (ricettività, ristorazione, artigianato artistico, eventi culturali, turismo culturale, esperienziale, rurale e agriturismo), ma anche quello dei servizi e della commercializzazione dei prodotti (marketing esperienziale). Oggi il settore turistico non può più prescindere dal web, che è diventato il canale principale attraverso cui si cercano e acquistano nuove esperienze. Secondo un’analisi effettuata da Statista, nel 2020 il mercato dei viaggi online valeva più di 430 miliardi, nel giro di un anno è aumentato in modo esponenziale e nel 2025 arriverà a circa 830 miliardi di valore, crescendo così del 93% in cinque anni. Inoltre, circa il 65% del fatturato totale è rappresentato da transazioni online. La domanda turistica rappresenta l’insieme dei servizi turistici richiesti in un dato paese al prezzo corrente in un determinato momento. La domanda turistica rispetto a qualsiasi altro bene o servizio, è molto più complessa, perché è un prodotto composito con infiniti tipi di domanda a seconda dell’esigenza di un potenziale cliente che ne fa richiesta. Cambiamento sia in termini di servizi che nelle prenotazioni Con i progressi tecnologici, un mondo sempre più connesso e una crescente appetibilità dei consumatori per le migliori esperienze di viaggio, ci attendiamo sviluppi rivoluzionari. Si viaggerà a livelli inesplorati”. I nuovi viaggi Prevarranno i viaggi che consentono di apprendere, di fare esperienze significative. Di vivere situazioni che mettano al centro della vacanza la sostenibilità ambientale. Ma anche di conoscere luoghi inediti. E – perché no? – di sperimentare anche le nuove tecnologie. I nuovi turismi che affiancano quelli classici: turismo esperienziale, turismo lento, turismo outdoor, turismo enogastronomico, turismo religioso, turismo citta’ d’arte. La conseguenza dei nuovi turismi: Viaggiare per apprendere; Le innovazioni tecnologiche: dalle app agli agenti di viaggio virtuali; Alla scoperta di mondi inesplorati; Esperienze di viaggio fatte su misura; Viaggi consapevoli e sostenibili; La vacanza sostenibile: prestare più attenzione all’ambiente; Turismo esperienziale, i viaggi del “fare”; I viaggi brevi nei week end. Il nuovo turista Il nuovo turista è alla ricerca naturalmente di nuove forme di cultura, non interessato al vecchio modello di fruizione dei luoghi turistici limitati al giro turistico della città, alla foto ricordo del luogo e al souvenir da portare con sé a casa. La definizione di giro turistico, emblema di circuito standard da far fare ai clienti, è proprio il termine che le nuove generazioni di turisti rifiutano di accettare. Le agenzie di viaggio . Oltre 11.000 agenzie attive in Italia (tra aziende e filiali) nel 2019, di cui quasi 3000 operanti nell’incoming: è quanto emerge dalle stime sulle agenzie di viaggio in Italia elaborate dal settore ricerca di CST Firenze per Assoviaggi Confesercenti. Sono circa trecento – per l’esattezza 295 – le agenzie di viaggi che nel primo bimestre del 2022 hanno chiuso i battenti o sospeso sine die le attività. Fonti Assoviaggi dato rilevato da un’attenta ricerca che l’associazione ha compiuto presso le Camere di Commercio. A questi numeri bisogna sommare le chiusure del 2020. I nuovi scenari. È innegabile che Internet giochi un ruolo fondamentale nel mercato del turismo, partendo dalla scelta delle destinazioni fino alla prenotazione di attività, esperienze e strutture ricettive. Ma quanto è sviluppato il mercato del turismo online? Quali sono le statistiche attuali? L’importanza crescente del digitale nel processo di prenotazione è un dettaglio che gli operatori del turismo non possono e non devono sottovalutare. I turisti di oggi apprezzano molto più i viaggi personalizzati, amano poter organizzare la propria vacanza in totale autonomia, ed è per questo che le applicazioni utili alla prenotazione di voli, ristoranti ed esperienze, sono le più utilizzate dai viaggiatori, sia prima che durante il viaggio. La ripresa del settore post-Covid passerà quindi dal web: le agenzie di viaggio, i tour operator, le guide turistiche, ma anche gli Hotel e tutte le aziende coinvolge non possono ignorare tali opportunità. Le prenotazioni on line. Le agenzie di viaggio tradizionali rimangono forti contro l’aumento delle vendite online. Secondo l’ultimo Braintrust Barometer, i primi rappresentano il 67,9% delle prenotazioni tra i viaggiatori di età superiore ai 45 anni, rappresentando una spesa fino al 71,2% da parte di questo segmento di popolazione. Oltre la metà delle prenotazioni per viaggi in Europa è effettuata online: si prevede una crescita delle piattaforme turistiche del 5% nei prossimi anni. Il mondo del turismo digitale sta quindi rivoluzionando il modo di viaggiare dei turisti, e per poter ottenere un vantaggio rispetto ai competitors, i player del settore necessitano di idee innovative per poter offrire al proprio target di riferimento le migliori offerte. Il tasso di crescita tra il 2021 e il 2022 per il turismo è stato del 74% (totalizzando fino ad ora 11,8 miliardi di euro), e a seguire si registrano forti incrementi in percentuale anche nel settore dei trasporti e in quello degli eventi che hanno ripreso a marciare ai livelli pre pandemia. A conti fatti il tasso di penetrazione dell’online sui consumi totali nel 2022 continua a salire grazie proprio all’impennata di acquisti per viaggi e vacanze, e ora si attesta sul 14%. È il digitale a guidare la ripresa del turismo, riportandolo quasi ai livelli pre pandemia, con la forte ripresa dell’ecommerce nei trasporti e nel ricettivo, che raggiunge quota 26,1 miliardi di euro nel 2022. L’ecommerce nel mercato dei trasporti cresce in valore assoluto del +84% rispetto al 2021, toccando quota 11,2 miliardi di euro e attestandosi a -6% sul 2019, mentre nel ricettivo gli acquisti online crescono del +32% e oltrepassano quota 14,9 miliardi, superando del 2% il dato pre pandemia del comparto (ovvero i 14,5 miliardi del 2019). La rilevanza degli acquisti online si manifesta in particolar modo nelle prenotazioni tramite canali diretti, che arrivano nel 2022 a rappresentare l’88% del volume digitale totale. Le aziende devono prepararsi ad accogliere tutti con un’offerta ad hoc e piattaforme online facili da navigare, dove pagare in modo facile e veloce eventuali soggiorni ed esperienze di viaggio. In particolare, occorre sfruttare al meglio i dati: le aziende data driven sono quelle che hanno maggiori entrate e riescono ad acquisire più clienti, perché attraverso le informazioni raccolte possono proporre esperienze e viaggi personalizzati. Secondo un’indagine effettuata da StratosJets, ogni anno vengono effettuate circa 148 milioni di prenotazioni in tutto il mondo, il 70% di queste è effettuata tramite smartphone. Quindi, non solo bisogna essere presenti online, ma offrire piattaforme capaci di intercettare il cliente e portarlo alla conversione. Le prospettive. La vendita diretta diventerà il principale canale di distribuzione online entro tre anni, quando rappresenterà il 71% delle prenotazioni lorde online: sono le previsioni di Phocuswright per il mercato europeo dei viaggi 2021-2025. Oggi ne canalizza già il 36%, rispetto al 19% detenuto dalle Ota. E’ evidente che è in atto una trasformazione epocale della filiera: «Da qui ai prossimi mesi dovremo superare almeno tre grandi ostacoli nel nostro sistema distributivo. Dominano anche la vendita di viaggi internazionali. Il 65,7% di questi viene acquistato tramite un’agenzia fisica, rispetto al 49,8% dei cittadini. Ciò evidenzia l’importanza dei professionisti quando si tratta di consigliare al cliente di uscire dai nostri confini e garantire che qualsiasi evento imprevisto durante la propria vacanza sia completamente coperto. 1) Il caos normativo per cui le imprese di viaggi italiane si trovano a operare con legislazioni regionali molto differenti tra loro, che creano disparità e vantaggi competitivi o svantaggi operativi. 2) La figura del direttore tecnico, in certe zone del Paese ruolo centrale per l’attività, in altre no. 3) Il fattore post pandemia legato alla trasformazione strutturale dell’agenzia di viaggi: l’emergenza ha visto svilupparsi a dismisura la modalità dello smart working che per un’impresa di viaggi con punto vendita su strada non è percorribile. Eppure, con importanti spese di affitto e bollette varie, questa formula sarebbe un piano B per sopravvivere». Questo comporta la necessità che le imprese si preparino a quella che potremmo chiamare la Transizione Esperienziale che permetterà loro di mettere a disposizione i propri prodotti e servizi sotto forma di “Offerte Esperienziali”. Ecco, quindi, l’esigenza di nuove professionalità per governare il cambiamento causato dalla emergente economia delle esperienze. Due cose principalmente si evidenziano: la ricerca di assistenza qualificata, per partire sereni e in sicurezza, e la tendenza a prenotare sempre più sotto data, proprio perché sono molte le variabili da considerare fino all’ultimo. Di conseguenza i consulenti di viaggio hanno un ruolo sempre più importante nel consigliare, orientare e permettere ai clienti di cogliere al volo le migliori proposte e combinazioni».
Relatore Sandro Stancampiano
Big data al servizio del turismo
In questo lavoro presentiamo un’analisi testuale delle recensioni pubblicate sul web da turisti e viaggiatori. Le recensioni relative alle esperienze di visita del Colosseo, pubblicate tra il 2017 e il 2022, sono state raccolte mediante web scraping, organizzate in un corpus e studiate con metodi di Text Mining. Le tecniche, qui descritte, ci hanno consentito di trasformare dati non strutturati in conoscenze utili che gli amministratori e i cittadini possono utilizzare per prendere decisioni informate . Utilizzare sensori per determinare decisioni è prassi consolidata nel settore denominato Internet of Things (IoT), analogamente è possibile – combinando potenza di calcolo, software e modelli statistici – ottenere valore aggiunto dai comportamenti delle persone che, agendo come sensori umani, producono dati testuali. La raccolta di recensioni pubblicate sui social network consente di ridurre il burden statistico a carico dei rispondenti tipico delle survey tradizionali e ottenere un patrimonio informativo valorizzando nuove fonti dati. ANALISI DEL CORPUS L’analisi del corpus si snoda in 4 fasi successive: pre-processing: rimozione della punteggiatura, rimozione di articoli, congiunzioni, preposizioni e creazione delle matrici di dati; lexical-processing: per identificare le keywords applicando sia il calcolo delle frequenze, sia il calcolo del term frequency-inverse document frequency (tf-idf); text mining processing: per identificare i topic nel corpus; topic analysis: per comprendere le esigenze dei visitatori e migliorare l’offerta. In particolare nella fase 3 si è scelto il modello statistico Latent Dirichlet Allocation (LDA) per classificare le osservazioni. Utilizzando questa tecnica si assume quanto segue: ogni documento (una recensione è un documento) può contenere parole appartenenti ad argomenti differenti; ogni argomento è composto da un insieme di parole. L’applicazione di questi principi ci consente di identificare le tematiche più rilevanti trattate in migliaia di recensioni. Tale analisi è implementata adottando algoritmi di machine learning non supervisionati quali il topic modeling automatico senza cui sarebbe impossibile leggere e categorizzare migliaia di testi. Dopo avere scomposto il corpus in unità di analisi atomiche, applicando il processo di tokenization, in virtù della prima assunzione siamo nelle condizioni di recuperare il contesto originario e identificare i giudizi più utili. In questo modo facciamo emergere i problemi e le difficoltà incontrate dai visitatori durante l’esperienza culturale dalle tonnellate di critiche pubblicate. L’analisi dei giudizi degli utenti è il punto di partenza per migliorare l’offerta turistica e comprendere pro e contro dell’attuale modello amministrativo del Colosseo. Lo stesso framework teorico-pratico è utilizzabile su scala nazionale e mondiale per la gestione oculata del patrimonio storico e culturale che - nel caso dell’Italia - rappresenta una fondamentale risorsa economica.
Relatore Laura Grassini, Adham Kahlawi, Cristina Martelli, Lucia Varra
Skill digitali nel settore Alloggio e Ristorazione. Alcune evidenze empiriche dagli annunci di lavoro online
Introduzione. I dati degli annunci di lavoro online (Online Job Ads: OJA) stanno ricevendo una crescente attenzione nello studio del mercato del lavoro (Beresewicz e Pater, 2021). Infatti, questa nuova fonte di dati potrebbe essere una risposta all’esigenza di comprendere tempestivamente i trend in atto e le dinamiche nella domanda di posizioni lavorative e competenze, e anche dei profili di skill richiesti. Inoltre, gli OJA possono contenere preziose informazioni per disegnare percorsi formativi e di studio (OECD, 2020). Dall’altro lato, numerose sono le problematiche relative alla qualità dei dati OJA. (Beresewicz e Pater, 2021; Cammeraat and Squicciairini, 2021; Cedefop 2019; ILO, 2020). Due sono le criticità sulle quali si sofferma la maggior parte dei lavori: 1) la difficoltà di creare un dataset standardizzato partendo dagli annunci pubblicati online; 2) la diversa propensione a usare la modalità web nella domanda di lavoro: alcune attività economiche sono più presenti di altre. In relazione al punto (1), i dati OJA vengono sottoposti ad un complesso trattamento preliminare avente lo scopo di fare corrispondere il contenuto dell’annuncio (in particolare, posizione lavorativa e competenze richieste) a tassonomie proprie di classificazioni ufficiali. In particolare la società Burning Glass Technologies (BGT) produce uno un importante dataset che può essere usato per l’analisi degli OJA: esso contiene milioni di annunci online raccolti mediante operazioni di scraping di portali web specializzati nelle domande di lavoro. Il presente lavoro esplora i dati BGT per ricavare informazioni sulle skill richieste nel settore delll’ospitalità. In particolare, abbiamo preso in considerazione i job ads associati al settore ATECO-2007 Alloggio e ristorazione (codice I) relativamente all’anno 2019. 2. I dati BGT I dati BGT vengono raccolti con vari metodi (API, scraping, crawling) dai portali web, e vengono sottoposti ad un pre-trattamento di cleaning per rimuovere, in particolare, eventuali dati anomali, e annunci duplicati (Mezzanzanica e Mercorio, 2019). Il contenuto degli annunci viene ricodificato secondo algoritmi di text mining per ricondurre le informazioni a classificazioni ufficiali comparabili a livello internazionale per descrivere le posizioni lavorative. Il dataset per l’Italia riferito all’anno 2019 contiene dati raccolti da oltre 230 portali web per un totale di circa 1,7 milioni di annunci. Il datsaset riporta oltre 70 variabili fra le quali: data di apertura e chiusura dell’annuncio, luogo di svolgimento del lavoro offerto (classificazione LAU e NUTS), attività economica dell’azienda/organismo che ha pubblicato l’annuncio (ATECO 2007), diploma di studio richiesto (ISCED), identificazione e descrizione della posizione lavorativa e delle competenze richieste che usa la classificazione in professioni e skill ESCO . In relazione alla classificazione ESCO, le professioni legate all’ITC si trovano collocate nel gruppo di professioni (livello ESCO 2 digit) n. 25 Specialisti delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, e 35 Tecnici dell’informazione e della comunicazione. Come è noto (Cedefop, 2019), Mezzanzanica e Mercorio, 2019) la propensione all’utilizzo del canale web per la domanda di lavoro varia in relazione al settore di attività economica. Una indicazione, seppure molto approssimativa, può essere fornita dal confronto fra il peso del settore economico in termini di annunci web e in termini di addetti alle imprese attive (da notare che gli annunci possono contenere anche domande da parte di enti o organismi pubblici ma non è verosimilmente il caso per i settori qui considerati). In particolare, nel 2019, il peso del settore dell’alloggio e ristorazione era 9,1% in termini di addetti e solo il 4,3% in termini di annunci web. In confronto il settore ICT tende ad essere sovrarappresentato sul web: 3. Alcune analisi preliminari per il settore Alloggio e Ristorazione. Nel 2019, gli annunci web pubblicati da aziende nel settore Alloggio e ristorazione ammontano ad un totale di 53770 (dei quali 36313 riferiti al settore ATECO-2007 n. 55 Alloggio) con 263647 skill richieste (una media di 4,9 skill per annuncio). Le professioni relative all’ITC si riferiscono al 1,64% dei job ads e riguardano il 6,4% del totale skill richieste. Come ci si può aspettare, la richiesta di skill digitali appare limitata e sorprendentemente è più rara nel settore dell’alloggio rispetto a quello della ristorazione: la percentuale di Basic ICT skills sul totale è 5.8% (5.5 per Alloggio e 6.4% per Ristorazione); la percentuale di ICT Technical skills è pari rispettivamente a 0.63% e 4.73% mentre le skill digitali rappresentano oltre, rispettivamente, l’82% e 77.5%. È inoltre interessante esaminare in quale misura gli annunci relativi ad una professione ICT comprendano anche alcune skill comportamentali tipiche dei processi di trasformazione che sono in atto nelle organizzazioni (propensione al cambiamento, capacità di lavorare in gruppo, ecc.).
Relatore Pasquale Sarnacchiaro, G. Piccolo, Roberta Di Gennaro
La valutazione dell'impatto del turismo sulla popolazione residente: Il caso Napoli
Scopo dello studio è quello di analizzare nel dettaglio gli effetti (positivi e negativi) dello sviluppo del settore turistico sulla vita quotidiana dei residenti della città di Napoli, in particolar modo di coloro che appartengono alla Seconda Municipalità che comprende i quartieri Avvocata, Montecalvario, San Giuseppe, Porto, Mercato e Pendino. A tal fine è stata realizzata una ricerca sul campo condotta attraverso la somministrazione di un questionario ad un campione di residenti. Le aree di indagine per misurare la percezione dell’impatto del turismo sulla vita dei residenti sono state: Economica, Ambientale, Culturale Economica e Sociale. Dopo una descrizione del campione e dei dati per ciascuna delle domande poste agli intervistati è stato costruito un Modello ad equazione Strutturali per poter l’impatto che ciascuna delle aree ha sulla valutazione dell’impatto complessivo del turismo sulla vita dei residenti. Lo studio, sulla base delle risposte fornite dai residenti, si conclude con alcune riflessioni volte a tracciare la possibile strada giusta verso una convivenza ottimale tra cittadini e turisti nella città di Napoli, indicando le strategie più consone sia per conservare i punti di forza che per cercare di risolvere i problemi più comuni evidenziati dall’indagine.
Relatore F. Izzo, S. Mele
Valore sociale e nuove tecnologie: il caso Nuragica Project
Alla fine del secolo scorso si è passati dal valore ideale ed estetico dei prodotti storici ed artistici al valore dei beni culturali in accezione sistemica ed antropologica; dalla tutela bastante a sé stessa alla valorizzazione quale finalità socialmente primaria e presupposto democraticamente necessario alla tutela stessa. Con la convenzione Faro (2013) si passa poi dalla valorizzazione alla partecipazione della comunità alla propria eredità culturale; la Convenzione, infatti, da un lato chiama le popolazioni a svolgere un ruolo attivo nel riconoscimento dei valori dell’eredità culturale e, dall’altro, invita gli Stati a promuovere un processo di valorizzazione partecipativo. Al fine di rafforzare questa posizione dell’Europa nel campo della valorizzazione del patrimonio culturale, la Commissione Europea dichiara con “Towards an integrated approach to cultural heritage for Europe” la necessità di promuovere l’ammodernamento del settore del patrimonio culturale aprendosi anche a nuovi pubblici (European Commission, 2014, p. 6). In questo quadro la sfida che si pone per i musei è duplice: in primo luogo, raggiungere un pubblico quanto più vasto e diversificato (audience development), che rifletta la complessa composizione demografica della società contemporanea; in secondo luogo, garantire a tutti i pubblici l’innalzamento del capitale culturale di cui ciascuno dispone ed il pieno conseguimento dei diritti di cittadinanza (rights of citizenship), incluso quello alla cultura, corrispondente alla reale comprensione del valore culturale del proprio patrimonio. In merito a quest’ultimo aspetto, infatti, cresce l’esigenza che i musei si facciano strumenti di coesione sociale (De Mengin, 2001). Come già evidenziano, più studi (Janes, Conaty, 2005; Sutter e Worts, 2005; Brodie et al., 2019; Brown e Mairess, 2018; Morse e Munro, 2018), aumenta la responsabilità sociale dei musei nei confronti delle comunità di riferimento mediante l’implementazione dei rapporti con i propri stakeholder; assegnano ai musei il ruolo di “agenti” e “facilitatori attivi” del cambiamento sociale a livello locale e regionale, per il loro contributo alla comprensione della storia e della diversità culturale (ICOM, 2009; Pinna, 2000; Preece et al., 2019). In questa ottica, il ruolo delle nuove tecnologie e l’empowerment digitale dei musei sono stati considerati fondamentali per attrarre giovani generazioni e nuovi pubblici. È opinione condivisa, infatti, che le ICT possano favorire l’apprendimento riducendo, sebbene non senza difficoltà, la “dissonanza cognitiva” (Weltzl-Fairchild, 1998) e consentire al visitatore di personalizzare la visita al fine di accrescere le proprie conoscenze (Falk, Dierking, 2008). Tuttavia, ad oggi non ci sono studi che mettono in relazione l’utilizzo di nuove tecnologie, ed in particolare la Realtà Virtuale (VR) con la creazione di valore per l’impresa museo, il visitatore (consumatore) e la società. Il presente studio intende rispondere proprio a questa esigenza, si pone infatti l’obiettivo di indagare la/le relazione/i tra: offerta di nuovi servizi museali basati su tecnologia VR e creazione di valore sociale.
Relatore Biagio Simonetti, Raffaella Ciuffreda
A Measure of Association for Three-way Data Table with ordered alternatives. An Application for Tourism Satisfaction data
To determine the nature of the association between two variables of a contingency table, tests involving the Pearson chi-squared statistic are generally considered. When the researcher is interested to study the association between three variables of a contingency table, the natural extension for three-way data table of the chi-square test, can be applied. Consider a two-way contingency table, X, that cross-classifies N individuals/units according to I row categories and K ordered (ascending) column categories. Denote with xik the generic element as the (i; k)th joint cell frequency with a relative frequency of . Let and be the ith row and kth column marginal frequencies, respectively. Denote with the cumulative frequency of the ith row category up to the kth column category and their consideration provides a way of ensuring that the ordinal structure of the column categories is preserved. Similarly, denote the cumulative relative frequency up to the kth column category. Taguchi (1966) proposed as a measure of the association between the row and ordered column variables the following statistic: where . In this paper we propose an extension of the two-ways Taguchi’s statistic with an application on Tourist Satisfaction Data.
Relatore Valentina Della Corte, Fabiana Sepe, Simone Luongo, Giovanna Del Gaudio, E. Napolano
Smart destination e sostenibilità
Il continuo sviluppo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT) e, ancor più, le innovazioni spinte dalla pandemia di Covid-19, stanno innescando cambiamenti significativi in diversi settori. Nel contesto turistico, l'interazione tra operatori e viaggiatori sta diventando sempre più complessa, soprattutto a causa dei notevoli cambiamenti della domanda. Attraverso l’utilizzo di varie forme di ICT i turisti partecipano attivamente alla co-creazione di prodotti turistici sempre più personalizzati, preferendo esperienze di viaggio e di soggiorno innovative che rispondano alle proprie esigenze e preferenze (Gračan et al., 2021). Di conseguenza, lo sviluppo tecnologico non riguarda solo i turisti ma anche le destinazioni (Femenia-Serra et al., 2019), alimentando la nascita del fenomeno delle "Smart Destinations" (SD). Poiché la smartness è un concetto molto più ampio che include la sostenibilità, la governance, la mobilità, la produttività economica e l'interazione turisti-residenti (Bulchand Gidumal, 2022), tali destinazioni turistiche sono in grado di migliorare e sostenere la loro competitività, aggiungere valore per tutti gli stakeholders e creare migliori esperienze per i visitatori (Sorokina et al., 2022). La maggiore consapevolezza delle persone sugli effetti ambientali, culturali, sociali ed economici del turismo sulle destinazioni sta facendo emergere un approccio sostenibile alla gestione del turismo, sia nella teoria che nella pratica. In questo scenario, le ICT giocano un ruolo chiave nella transizione verso il turismo sostenibile. La sostenibilità è al centro della crescita del turismo intelligente e sempre più destinazioni la considerano un obiettivo strategico nel processo di pianificazione turistica. Una maggiore attenzione è rivolta alla pianificazione e all'implementazione di misure sostenibili attraverso soluzioni intelligenti che coinvolgono diverse tipologie di stakeholders, tra i quali il governo, le istituzioni, soggetti pubblici e privati (Khan et al., 2017). Come evidenziato da Perles e Baidal (2018), i sistemi di monitoraggio, la gestione in tempo reale, la cooperazione pubblico-privato e pratiche di open innovation sono i principali elementi di smartness e sostenibilità che beneficiano di un approccio sinergico. Sulla base di queste premesse, il presente lavoro intende contribuire al dibattito sulle SD, proponendo un framework concettuale derivato dalla revisione della letteratura e dai risultati dell’analisi bibliometrica. Nello specifico, gli autori hanno sviluppato le seguenti domande di ricerca: RQ1: Come si è evoluta nel tempo la conoscenza scientifica sulle SD?; RQ2: Quali sono le componenti di ricerca più rilevanti?; RQ3: Come si lega il tema della sostenibilità alle tecnologie smart nelle SD? La bibliometria prevede l'applicazione di metodi matematici e statistici per analizzare e valutare la quantità e la qualità delle pubblicazioni in un determinato ambito scientifico (Durieux e Genevois, 2010). Si tratta quindi di una metodologia molto utile per sviluppare una panoramica completa delle principali tendenze che interessano un'area di ricerca, una rivista o un Paese (Hood e Wilson, 2001), facendo luce sui principali ricercatori (Bjork et al., 2014). I risultati preliminari del presente studio mettono in evidenza che la letteratura scientifica sulle SD è in rapida crescita, soprattutto considerando il periodo temporale a partire dal 2013 trovando la sua massima espressione in termini di proliferazione scientifica nel 2021. Le fonti scientifiche più rilevanti sono principalmente riviste leader nel settore del turismo. La sostenibilità è il tema collegato alle SD più affrontato in letteratura.
Relatore Samuele Cesarini, Giorgio Alleva, Fabrizio Antolini
Efficacia della formazione universitaria nell'occupabilità dei laureati
Il settore del turismo è sempre più importante per l’economia mondiale e, anche nei momenti più difficili, sembra non conoscere crisi. Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO, 2022), ogni anno più di un miliardo di persone decide di viaggiare nel tempo libero e il loro numero sembra in crescita costante. Tra le destinazioni preferite, da sempre, c’è l’Italia: il nostro Paese è amatissimo per il suo patrimonio paesaggistico e culturale. L’evoluzione dell’offerta turistica, in termini di obiettivi e orientamento, necessita di figure professionali con competenze che siano in grado di rispondere ad un contesto economico e sociale in rapida evoluzione. Accade però che la rigidità dei percorsi formativi universitari, non sempre riesce a rispondere alle nuove competenze, ad esempio digitali oppure di analisi dei dati. Il tasso di occupazione, ossia la quota degli occupati sulla popolazione in età lavorativa, è considerato un indicatore d’impatto importante per valutare l’efficacia dell’istruzione ricevuta. In Italia, ad esempio, il tasso di occupazione dei possessori di un ciclo di istruzione universitaria in età 25-64 anni era nel 2021 pari all'79,2%, di molto superiore al tasso di occupazione (65,1%) della popolazione che ha conseguito un livello di istruzione inferiore (Eurostat, 2021). La valutazione dell’efficacia dell’istruzione universitaria richiede la predisposizione di adeguati metodi e modelli statistici che siano in grado di coglierne appieno la complessità. Tale complessità è imputabile a vari aspetti, tra i quali la presenza di variabili esplicative che siano in grado di descrivere anche l’ambiente socioeconomico delle persone laureate oltre alle caratteristiche individuali (titolo di studio dei genitori, voto di maturità, voto alla laurea, etc.) (Su et al., 2019; Alleva, 2015). Ciò comporta la necessità di trovare delle metodologie (PLS model) che sappiano individuare anche delle “variabili emergenti”, che siano in grado di esprimere correlazioni ed interrelazione tra i predittori inizialmente selezionati. Si propone quindi uno schema d’analisi che sia in grado di modellizzare complesse strutture di relazioni di causalità tra concetti latenti (le Variabili Latenti, VL) a partire da un insieme di indicatori reali (Variabili Manifeste) (Hwang & Takane, 2020). Tale procedura sembra idonea a modellare la relazione tra l’inserimento nel mercato del lavoro, il percorso di studi in Turismo e le caratteristiche individuali dei laureati, mettendo in luce il contributo del corso di studi seguito e distinguendo, al contempo, tra effetti diretti e indiretti delle variabili di background e di percorso di ogni studente. Il presente lavoro si avvale di informazioni dettagliate raccolte a livello di corsi di laurea in Turismo, combinate con i dati Almalaurea (2022) sui laureati , per valutare l'impatto di diverse caratteristiche sociodemografiche e competenze trasversali sull'occupabilità nel mercato del lavoro dei laureati.
Relatore Bernardo Cardinale, Dante Di Matteo
Mobilità sostenibile e densità turistica territoriale: una relazione win-win? Il caso dell'Alta Velocità Ferroviaria in Italia
I progressi nella mobilità sostenibile connessa all’infrastruttura ferroviaria dell’alta velocità (AV) hanno permesso di collegare un numero sempre maggiore di territori per finalità di diporto, oltre che per esigenze di pendolarismo dovute a ragioni lavorative. Se, da un lato, l’accesso ad una nuova rete di collegamenti ferroviari può essere strumentale ad una rinnovata visibilità, minori emissioni e maggiori flussi in entrata per i territori coinvolti nella policy, d’altra parte, esiste un eventuale problema di ‘overtourism’ che può variare per intensità a seconda delle eterogeneità territoriali esistenti. Numerosi contributi indagano gli effetti dell’AV verso la performance turistica delle destinazioni, ma ancora pochi esplorano tale causalità sfruttando indicatori di pressione turistica dei luoghi. La questione della densità turistica territoriale appare dunque precipua nelle dinamiche dell’AV, poiché località centrali e di secondo ordine possono sperimentare effetti di segno opposto a seconda del grado di maturità turistica e di congestione della destinazione. Mediante un approccio evidence-based, questo contributo valuta gli effetti dell’AV sulla densità turistica delle destinazioni costiere e culturali a livello provinciale in Italia; inoltre, ulteriori prove di causalità emergono a seconda della tipologia di struttura ricettiva.
Relatore Marco Contri, Silvia Fissi, Elena Gori e Alberto Romolini
Nuova vita per i fari italiani: recupero e valorizzazione del patrimonio pubblico attraverso il modello del "lighthouse accomodation"
BACKGROUND TEORICO Negli ultimi decenni, l’implementazione di pratiche sostenibili nel settore turistico e, in particolare, nel comparto ricettivo ha acquisito una crescente importanza (Molina-Collado et al., 2022), soprattutto in seguito all’adozione di Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile da parte delle Nazioni Unite (Moyle et al., 2020). Numerose ricerche scientifiche hanno dimostrato come il settore turistico-ricettivo abbia un forte impatto sull’ambiente e sul territorio (Sakshi et al., 2019). Di conseguenza, sia gli studiosi che gli attori pubblici concordano sempre più sulla necessità di attuare un “turismo sostenibile”, definito dall’Organizzazione Mondiale del Turismo come quella forma di turismo che, oltre a soddisfare le esigenze di visitatori, comunità locali e territorio, tiene pienamente conto dei suoi impatti economici, sociali ed ambientali, presenti e futuri (UNWTO & UNEP, 2005: 12). Parallelamente, la letteratura scientifica evidenzia che sempre più viaggiatori pongono attenzione alle pratiche di sostenibilità implementate dalle strutture turistico-ricettive (Han, 2015) e scelgono di rivolgersi a quelle ritenute più green (Xu e Gorsoy, 2015). In questo senso, è possibile affermare che l’adozione di pratiche sostenibili è oggi in grado di influenzare in modo determinante le percezioni e con esse i comportamenti dei viaggiatori (Modica et al., 2020), divenendo così un driver fondamentale per il successo delle strutture che operano nel comparto (Jones e Wynn, 2019). Peraltro, alcuni contributi hanno evidenziato come l’adozione di pratiche sostenibili, oltre a preservare le risorse naturali del territorio e il benessere delle comunità locali, contribuisca a incrementare il vantaggio competitivo delle destinazioni turistiche (Goffi et al., 2019). OBIETTIVO E METODOLOGIA DI RICERCA Nel 2015 l’Agenzia del Demanio, di concerto con il Ministero della Difesa e gli Enti territoriali interessanti, ha dato avvio a una iniziativa di turismo sostenibile, denominata “Progetto Fari”, che si propone di favorire il recupero ed il riutilizzo, a fini turistico-ricettivi ma non solo, di fari, torri ed altri edifici costieri presenti sulle coste italiane. L’idea alla base del progetto è valorizzare parte del patrimonio immobiliare pubblico italiano attraverso il modello del “lighthouse accommodation”, una formula turistica innovativa e sostenibile a livello ambientale (Magnani e Pistocchi, 2017) già sperimentata con successo in altri paesi europei e anche in USA, Canada e Australia. Ad oggi, sono state assegnate in concessione a privati (per un periodo massimo di 50 anni) 25 strutture costiere, con l’impegno di una loro riconversione – in chiave green – in musei, resort di lusso, ristoranti gourmet, ecc. Il nostro contributo, in un’ottica esplorativa, intende analizzare l’esperienza di quelle strutture che sono già state oggetto di ristrutturazione e che hanno già aperto le loro porte al pubblico, con l’obiettivo di analizzare come i principi della sostenibilità abbiano trovato concreta traduzione nella loro riqualificazione e nella loro gestione. Si tratta del Faro del Po di Goro (Goro, FE) e del Faro di Brucoli (Augusta, SR), divenuti strutture alberghiere, e dello Stand Florio (Palermo, PA), trasformato in uno spazio per incontri, mostre temporanee e concerti all’aperto. L’approccio adottato è di tipo qualitativo, particolarmente adatto per ricerche di natura esplorativa come la nostra (Lune e Berg, 2017). La metodologia adottata è il case study (Yin, 2018) e prevede la raccolta di dati e informazioni attraverso interviste semi-strutturate ai gestori/direttori delle strutture coinvolte nella ricerca. Al fine di supportare la validità delle conclusioni, saranno poi utilizzate anche fonti secondarie, come studi statistici e articoli pubblicati sulla stampa. CONTRIBUTO TEORICO ED IMPLICAZIONI PRATICHE Sebbene siano stati pubblicati numerosi studi sulla sostenibilità, anche con specifico riferimento al settore turistico-ricettivo (Molina-Collado et al., 2022), la letteratura scientifica evidenzia come ci siano ancora molti aspetti da approfondire (Ertuna et al., 2019). La presente ricerca intende contribuire alla conoscenza sul tema offrendo alcuni risultati preliminari su un progetto che coniuga la rinascita di edifici dal grande valore storico e paesaggistico in chiave sostenibile, la salvaguardia e la promozione del territorio e la nascita di partnership tra soggetti pubblici e privati. A quest’ultimo proposito, molti autori hanno sottolineato il ruolo cruciale degli attori pubblici – come decision e policy makers – nella definizione di strategie per lo sviluppo sostenibile e, in particolare, di politiche per il turismo sostenibile (Magnani e Pistocchi, 2017; Sakshi et al., 2020). I risultati ottenuti, inoltre, permetteranno di offrire utili spunti di riflessione non solo ai direttori/gestori delle strutture ancora in ristrutturazione, in vista della loro prossima apertura, o ad altri soggetti privati potenzialmenteinteressati a partecipare a future iniziative simili, ma anche agli stessi decisori pubblici, che potranno valutare alcuni risultati preliminari dell’iniziativa da loro promossa. ORIGINALITÀ DEL CONTRIBUTO Allo stato attuale, questo studio sarà uno dei primi ad indagare il recupero, la ristrutturazione e la riconversione di vecchi edifici in una prospettiva di turismo sostenibile (Fissi et al., 2020). Permetterà inoltre di offrire alcune prime evidenze su un'iniziativa pubblica che appare perfettamente in linea con i principi del turismo sostenibile e, in particolare, con l’Obiettivo 11.4 dell'Agenda 2030 (“Proteggere e salvaguardare il patrimonio culturale e naturale del mondo”).
Relatore Riccardo Spinelli, Silvia Fissi, Clara Benevolo, Elena Gori
La "Green web communication" dei porti turistici italiani
LA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE DEI PORTI TURISTICI I porti turistici sono infrastrutture di accoglienza, riparo e sosta delle imbarcazioni, utilizzate per il diportismo e il turismo nautico. Come per i porti commerciali e crocieristici, anche la costruzione e gestione di quelli a vocazione turistica ha un significativo impatto ambientale. Tuttavia, il tema è stato studiato marginalmente, con pochi contributi di taglio tecnico. Assente è la prospettiva gestionale e di marketing, nonostante la sensibilità crescente dei turisti verso la sostenibilità ambientale, che diventa quindi fattore critico di successo per i porti turistici. Il contributo analizza la comunicazione delle pratiche di sostenibilità ambientale da parte dei porti turistici italiani con un focus sui siti web, elemento centrale nel loro mix di strumenti di comunicazione. Questo approccio rileva indirettamente anche l’impegno effettivo dei porti turistici, poiché è presumibile che un porto realmente impegnato su questo fronte utilizzerà il proprio sito come canale per la comunicazione di tali pratiche. METODOLOGIA L’analisi misura in primo luogo la “rilevanza editoriale” delle tematiche ambientali, verificando la presenza di caratteristiche strutturali che esprimono l’importanza di questi temi nell’assetto del sito. Secondariamente, verifica se il sito tratta esplicitamente le tematiche pertinenti la gestione green di un porto turistico. Oggetto di studio sono i siti web dei 93 porti turistici italiani presenti in Yachting Pages Superyacht Directory (Mediterranean, Europe Africa and Middle East 2021-2022 edition), una directory di porti e fornitori di servizi estremamente diffusa tra i turisti nautici. Nel periodo di analisi (febbraio-aprile 2022), 80 erano i siti funzionanti che costituiscono quindi il campione dello studio. RISULTATI E CONCLUSIONI Le tematiche ambientali ricoprono nel complesso un ruolo marginale nei siti web esaminati: un terzo riporta il conseguimento da parte del porto di certificazioni ambientali e un porto su sei presenta una regolamentazione in materia di gestione ambientale. Limitati sono i richiami negli statement strategici dei porti e nella homepage; ancora meno frequente è la presenza di una sezione dedicata alla sostenibilità ambientale. Assenti sono la reportistica sul tema nonché la presentazione di indicatori ambientali. Rispetto ai contenuti specifici, due terzi dei porti dichiarano di praticare la raccolta differenziata e un terzo opera anche su aspetti più specifici dell’attività portuale, quale il recupero delle acque di sentina e di zavorra. Le iniziative per la cura dello specchio acqueo sono richiamate in meno del 10% dei siti. Il 20% dei porti offre mezzi di trasporto a basse emissioni e solo in un porto su dieci sono disponibili colonnine per la ricarica delle auto elettriche. Assente è la formazione del personale in materia ambientale e la presenza di staff addetto a tali servizi. Abbastanza diffusi sono i sistemi di prevenzione contro gli incendi ma nessun porto si preoccupa di emissioni di rumore o cattivi odori. Nel complesso – a fronte di alcune best practice – emerge un basso livello di comunicazione (e presumibile adozione) di pratiche green. Una causa può essere la limitata percezione dell’impatto sul posizionamento del porto della sostenibilità ambientale. Sono al contempo rilevanti le difficoltà tecniche e i costi associati all’implementazione delle pratiche green, critici per i gestori che sono usualmente piccole imprese. Uno sviluppo della ricerca potrebbe quindi indagare in maniera diretta la conoscenza che i gestori hanno delle pratiche di sostenibilità ambientale e le motivazioni della loro limitata implementazione e comunicazione.
Relatore Pisani, Ranieri, De Lucia, Pasquale Pazienza
The economic value of recreational and tourist ecosystem services: A meta-analysis
Introduction. Ecosystem services (ES) are defined as “the direct and indirect contributions of ecosystems to human wellbeing” [MA, 2005]. The publication of the Millennium Ecosystem Assessment (MA) has set the bases of the research on this topic. Since then, the interest in ES valuation has seen an exponential growth with a consequent development, improvement, and spread of different qualitative and quantitative methods. ES can be classified on the type of benefits they provide or based on the bio-physical characteristics of the ecosystem that provided them. Following the SEEA-EA [SEEA-EA, 2021] the ecosystem can be classified based on their realm as: terrestrial, freshwater, marine, subterranean, and transitional ecosystems. Still following the SEEA-EA guidelines, the ecosystem services, could be divided based on the type of benefits provided in three main categories: provisioning, regulating and maintenance, and, cultural. Cultural ES are defined as “the nonmaterial benefits people obtain . Conclusion The present study offers a meta-regression analysis of scientific articles published during the time period 1975-2021 dealing with the economic valuation of the opportunities for recreation and tourism. Given the importance of ES for the sustainable growth of the actual society, the main aim of the present work provides an overview of the existing difference at the global level in terms of the economic value of the recreational and tourist opportunity. Main findings show the existence of this difference against the Southern American countries. Furthermore, it is importance underlined as an high protection of the study area has positive effect on the economic value of the ES. This result could be supported by the increasing of the protect areas at worldwide level. The present study suggests that existence of a difference in the economic valuation of this ES category between the tourist and the recreationists, in favor of the first one. The results obtained by the present study would help the policy makers to develop ad-hoc policies (e.g. financial incentives to increase the number of protected areas) and tools based on the geographic location of the area under study and its territorial characteristics.
Relatore Maria Shabir, Caterina De Lucia, Pasquale Pazienza
Do eco-innovation, economic complexity, and environmental quality effect on tourism demand? An empirical analysis
Introduction and aim. Environmental degradation along with climate change and greenhouse gases emissions has gained the attention of regulatory bodies and researchers at global level. The main motive of the current study is to examine the impact of environmental quality, eco-innovations, economic complexity, economic growth, and exchange rate on tourism demand in PIIGS countries for the time span of 1990 to 2020 under the shadow of the EKC hypothesis. We extend the work of Wei & Lihua (2021) who showed that technological innovations and tourism reduce GHG emissions. The current study is novel and contributes to the existing literature on tourism environment-growth nexus because it examines the impact of environmental quality, economic complexity, and eco-innovations on tourism demand. Methodology. For the purpose of an empirical analysis, the current work gathers data from different official secondary data websites e.g., world developmental indicator, OECD, and global footprints network. The panel version to investigate our inferential analysis is presented in the following equations. In equation (1) TD is a regressand and the vector TD represents the tourism demand that is measured in international tourism, in terms of the number of arrivals. The independent variables are: ECOINO which is a proxy used for eco innovation, Y shows the income level which is measured in GDP per capita in constant 2015 US $. ECI shows the economic complexity index that captures a country’s productive capabilities (i.e. a country’s accumulated knowledge) in terms of export magnitude with other countries. EQ indicates the environmental quality and is used as proxy variable for ecological footprints that is measured in gha per person; and EXR indicates the real exchange rate. The subscripts i and t indicates country and time span respectively, and μ_it shows the error term. According to equation (2), we consider the log of variables to reduces the problem of data sharpness. In addition, the rationale of studying countries Portugal, Italy, Ireland, Greece and Spain relies on three main reasons. Firstly, these countries have a strong economic background. Second, they are endowed with several touristic, traditional and historical places. Third, these countries have gained attention from scholars and policy makers after the eurozone crisis in 2008. To accomplish the aim presented above, the present study applies various statistical methodologies such as for example descriptive statistics skewness, kurtosis and Jarque-Bera p value to check for data normality. In a second stage, a linear association among variables is checked to account for the correlation matrix. Thirdly, a cross-sectional dependence and slope of heterogeneity among the respective series is carried out. Due to globalization and economic integration countries are depending on each other for production, consumption, and exchange of goods and services. If any economic, environmental, and social event occurs in one country it may also affect other countries’ economies. With the use of a cross-sectional dependence, we are able to run first or second-generation tests or second-generation tests. Furthermore, we check for the integration order of the series with the help of a panel unit root tests such as CADF and CIIPS. Subsequently, the current study scrutinizes the long run association among the respective variables through westerlund cointegration test, AMG and CCMG approaches. Finally, the causality analysis is performed through Dumitrescu Hurlin test to check the unidirectional and bidirectional causal association among variables. Expected results In terms of expected results, we suppose a positive impact of eco-innovation, environmental quality, income, and economic complexity exists on tourism demand (β_1= dy/dx,TD/ECOINOV>0); β_2= dy/dx,TD/Y>0; β_4= dy/dx,TD/ECI>0 and β_5= dy/dx,TD/EQ>0 as it has been explored in earlier studies. In contrast, exchange rate and Y^2 may have an adverse effect on tourism demand (β_3= dy/dx,TD/Y2<0) and β_6= dy/dx,TD/EXR<0. Policy implications. Environmental quality plays a significant role for the development of the tourism sector. The present study provides some valuable policy implications to government officials and policy makers in light of the expected signs of the considered variables. As a consequence, Governments of the considered countries should orient their policies efforts in accordance to the evidence observed from our investigation. In this sense, the adoption of more ad-hoc incentives schemes to boost environmental quality and ecotourism activities as well as the improvement of tourism communication strategies in those countries characterise by a higher economic complexity should be pursued.
Relatore Giuseppe Basile, Caterina De Lucia, Antonio Lopolito, Pasquale Pazienza
ICT e offerta turistica nelle aree interne marginali: un'analisi del comparto agrituristico garganico
A partire da un’analisi dello stato dell’arte, è possibile affermare che attualmente l’agriturismo rappresenta una peculiarità, nonché uno dei motori trainanti, del settore turistico italiano; si tratta di una forma di turismo rurale finalizzata alla riqualificazione delle aree marginalizzate del paese ed è foriera di un’offerta turistica eco sostenibile; generalmente, l’offerta prevede che soggiorno, ristorazione ed eventuali altre attività programmate siano svolte all’interno del contesto di un’azienda agricola tradizionale. Tuttavia, per quanto l’offerta turistica possa essere suggestiva e bucolica, ogni impresa, oggi, ha la necessità di implementare l’utilizzo delle Information and Communications Technologies (ICT) per immettersi e posizionarsi efficacemente sul mercato internazionale, favorendo in tal modo l’incremento della domanda turistica. Date queste premesse, il presente lavoro si sofferma a riflettere su come, e se, sia possibile conciliare questa esigenza, da parte degli operatori agrituristici, con l’essere calati in contesti territoriali marginalizzati in cui i servizi di rete informatica non sono sempre ottimali, se non del tutto assenti. Di conseguenza, le implicazioni economiche delle ICT nello sviluppo del turismo rurale sono parte del tema posto al centro di questo lavoro. Lo scopo di questa ricerca preliminare è quello di indagare quale sia il peso specifico delle ICT nelle politiche di sviluppo degli operatori agrituristici presenti nelle aree marginalizzate della regione Puglia. A tal fine, lo studio si basa su una ricerca pilota e farà riferimento all’ambito territoriale del Parco Nazionale del Gargano; si tratta di un’area che, non solo, ha un elevato impatto sull’economia della regione Puglia, ma che rappresenta uno dei maggiori bacini d’utenza turistica su scala nazionale. La metodologia considerata prevede un’indagine empirica condotta a partire dalla somministrazione di un questionario ad hoc, allo scopo di investigare il sentiment degli operatori agrituristici locali nei confronti delle ICT; al fine di ottenere un dato rappresentativo, l’intervista sarà somministrata ad un ugual numero di operatori per comune di ubicazione; la selezione degli operatori e dei comuni sarà randomizzata. Lo strumento più opportuno è rappresentato da un’intervista strutturata; le risposte selezionabili per ogni domanda avranno un diverso grado di intensità. Il processo di raccolta e interpretazione dei dati permetterà di esprimere riflessioni preliminari sulla dimensione attuale del tema trattato, nonché di discutere sullo stato dell’arte in base ai nuovi dati acquisiti. Infine, da una prospettiva eminentemente teoretica sarà possibile ampliare il raggio d’azione della ricerca, determinandone i limiti e superandone le barriere concettuali ed empiriche che saranno di volta in volta individuate. I risultati attesi sono relativi alla necessità di riflettere sulle opportunità di sviluppo del settore agrituristico rappresentate da un’ottimizzazione del ruolo delle ICT nell’ambito dei territori marginalizzati. Si pensi alle implicazioni di un eventuale potenziamento strutturale, tale da permettere agli operatori agrituristici di posizionarsi sul mercato internazionale in modo efficace ed entrare nei meccanismi del Tourism 4.0, così come indicato nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) – a tale proposito, sarebbe opportuno creare una sinapsi fra i risultati di questo lavoro e il progetto di digitalizzazione previsto nell’area garganica. Infine, la possibilità di implementazioni di questo genere permetterebbe agli operatori del settore di concentrare in modo più mirato gli investimenti in attività promozionali, e offrirebbe agli utenti strumenti e servizi maggiormente utili per la localizzazione e la selezione delle strutture considerate; di conseguenza, permetterebbe agli operatori di interfacciarsi efficacemente con gli utenti e i loro bisogni, riavvicinando l’offerta e la domanda di mercato a vantaggio di ambo le parti.
Relatore Nazgul Esengulova, Antonio Lopolito
Strategy Building to Facilitate Sustainable Tourism Paths: A SWOT-SOR Approach to the case of Gargano National Park
INTRODUCTION Number of tourists globally has been increasing with recorded steady growth in the last 10 years (UNTO 2022), among which nature-based tourists identified as the biggest and fast-growing group with annual growth rate of 10-30% (Christ et al, 2003; Higginbottom, 2004; UNWTO, 2005). Therefore, sustainable tourism in nature protected areas is crucial not only for ecological conservation, but also for sustainable socio-economic development. According to recent research on sustainable local development, the involvement of local actors is crucial to i) grasp their tacit knowledge on the functioning of the local system, which is needed to design an effective and tailored strategy, and ii) favour the convergence of their expectations towards a shared vision as a key factor to reduce uncertainty and strategy failure risk (Santos et al., 2006). This work is a first attempt to build a shared strategy to foster sustainable tourism in the Gargano National Park based on the local stakeholder knowledge. METHODOLOGY To this end we apply a semi-quantitative method combining both SWOT (strengths [Ss], weaknesses [Ws], opportunities [Os], threats [Ts]) analysis and the generation of a strategic orientation (SOr) by means of an in-depth interview with relevant stakeholder to generate strategies of possible future paths (Weihrich, 1982; Gellynck and Vermeire, 2008). The main methodological steps are: i) a SWOT analysis, which relies on the identification of the strengths and weaknesses of the tourist area, and the opportunities and threats represented by the external conditions. ii) the strategy generation through SWOT matrix and SOr analysis for strategy selection emerging from the combination of the main interaction between the Ss and Ws and the Os and Ts. From an operational point of view, each interaction is weighted by means of semi-structured interviews with opinion leaders and experts (Vermeire and Gellynck, 2010). iii) Identification of strategic actions to be undertaken within the core strategy by means the ranking of each combination of the Ss/Ws with Os/Ts. EXPECTED RESULTS This study is meant to represent a concrete example of how to define the agenda for a national park through a rational process enabling the sharing of knowledge (that is vague and verbal in nature). It is expected to identify the best strategy, according to the stakeholders vision, by finding the dominant SWOT quadrant on the basis of the SOr semi-quantitative experiment, among the following core types: a) Attack, if there are good Ss to grasp Os; b) Defend, if the Ss enable actors to fight Ts; c) Change, if we have too many Ws to grasp Os; d) Face the crisis, that is clean the Ws to face the Ts. Moreover, the very action forming the main strategic orientation will be designed selecting those Ss and Ws mainly affecting the most high ranked Os and Ts.